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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Acqua, perdite idriche da record a Latina

Il report dell’Istat che è stato diffuso oggi in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Nel capoluogo pontino nel 2022 perdite che sfiorano il 68%, tra i dati più alti in Italia

E’ il capoluogo di provincia dove si registra uno dei più alti dati di perdite idriche in Italia. Parliamo ovviamente di Latina, secondo quanto emerge da un report dell’Istat che è stato diffuso oggi in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. 

Si tratta di una sintesi dei principali e più recenti risultati delle diverse indagini, elaborazioni e analisi realizzate dall’Istituto. Ed emerge che nel 2022 il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell'acqua è stato pari a 3,4 miliardi di metri cubi, vale a dire il 42,4% dell'acqua immessa in rete. L'indicatore è in leggerissima risalita rispetto al 2020 (quando era al 42,2%), a conferma del persistente stato d'inefficienza di molte reti di distribuzione.

Nonostante negli ultimi anni molti gestori del servizio idrico abbiano avviato iniziative per garantire una maggiore capacità di misurazione dei consumi e il contenimento delle perdite di rete, la quantità di acqua dispersa in distribuzione continua a rappresentare un volume considerevole, quantificabile in 157 litri al giorno per abitante. Stimando un consumo pro capite pari alla media nazionale, il volume di acqua disperso nel 2022 soddisferebbe le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno (che corrisponde a circa il 75% della popolazione italiana). Secondo quanto emerge dal report, le perdite totali di rete sono da attribuire a fattori fisiologici, presenti in tutte le infrastrutture idriche in quanto non esiste un sistema a perdite zero; rotture nelle condotte e vetustà degli impianti, prevalente soprattutto in alcune aree del territorio; fattori amministrativi, dovuti a errori di misura dei contatori e usi non autorizzati (allacci abusivi).

Sebbene le perdite abbiano un andamento molto variabile, le situazioni più critiche si registrano nelle aree del centro e Mezzogiorno. Entrando più nello specifico, nel 2022 le perdite idriche sono state in aumento in più della metà delle regioni. In nove sono superiori al dato nazionale, con i valori più alti in Basilicata (65,5%), Abruzzo (62,5%), Molise (53,9%), Sardegna (52,8%) e Sicilia (51,6%). Di contro, tutte le regioni del Nord hanno un livello di perdite inferiore, con Veneto (42,2%) e Friuli-Venezia Giulia (42,3%) in linea col dato nazionale. Nella provincia autonoma di Bolzano (28,8%), in Emilia-Romagna (29,7%) e Valle d'Aosta (29,8%) si registrano le perdite minori. Inoltre, in più di un capoluogo su tre si registrano perdite totali in distribuzione superiori al 45%: le condizioni di massima criticità, con valori pari ad almeno il 65%, sono a Potenza (71,0%), Chieti (70,4%), L’Aquila (68,9%), Latina (67,7%), Cosenza (66,5%), Campobasso (66,4%), Massa (65,3%), Siracusa (65,2%) e Vibo Valentia (65,0%).

Inoltre, considerando il maggiore prelievo di acqua per uso potabile, questo avviene nel distretto idrografico del Fiume Po con 2,80 miliardi di metri cubi (30,7% del totale nazionale), segue il distretto idrografico dell’Appennino meridionale (2,32 miliardi di metri cubi d’acqua per uso potabile, 25,4% del volume nazionale). Si conferma il consueto assetto tra le regioni, che vede la Lombardia con il volume maggiore di acqua prelevata per uso potabile (1,48 miliardi di metri cubi; 16,2% del totale nazionale). Quantitativi consistenti sono captati anche nel Lazio (1,12 miliardi di metri cubi; 12,2%) e in Campania (0,90; 9,8%).

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