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Scuola grande assente nella fase 2, Proietti: "Ripensiamo gli spazi e progettiamo incontri estivi"

Intervista all'assessore all'Istruzione del Comune di Latina. Presto un confronto tra dirigenti scolastici e Comune

E’ la scuola la grande assente della “fase 2” annunciata dal premier Conte. Una questione liquidata a settembre. E così mentre si programma la riapertura di fabbriche, imprese e attività commerciali, amiglie e studenti restano senza risposte e soprattutto senza progetti.

Ad analizzare la situazione cercando di comprendere cosa poteva essere fatto e cosa ancora si potrà costruire fino a settembre è l’assessore all’Istruzione del Comune di Latina Gianmarco Proietti, che proprio in questi giorni, insieme agli assessori alle Politiche Giovanili, Lavori Pubblici e Welfare Cristina Leggio, Emilio Ranieri e Critina Ciccarelli, incontrerà tutti i dirigenti scolastici del capoluogo.

“Le aspettative erano ben altre – commenta – La scuola è stato invece un tema ignorato, come se non fosse fondamentale, come se non meritasse un approfondimento. Non è così. Quattro mesi di assenza non si possono considerare una cosa normale e non è possibile fare un salto da qui a settembre. Sappiamo bene che ci vuole un tempo anche per ricostruire la relazione sociale e la comunità stessa che la scuola rappresenta. Si poteva fin da ora ipotizzare di allargare gli spazi, di sperimentare incontri all’aperto, ricostruire e ripensare gli spazi stessi che non potranno essere più in grado di ospitare fino a 28 studenti in 30 metri quadrati. C’era la possibilità di progettarlo magari da giugno, come stanno facendo anche altri Paesi. Lo faremo noi come enti locali”.

Ecco perché l’idea del Comune di Latina è quella di un “patto educativo territoriale” con gli insegnanti, le famiglie e i dirigenti. Nel prossimo confronto si potranno gettare le basi di un lavoro estivo da fare con gli studenti, prima di tutto per “ricostruire la dimensione sociale della scuola”. “Si potrebbero immaginare  - spiega ancora Proietti – piccoli incontri, summer school all’aperto e nei parchi manentendo il distanziamento sociale. Esperienza da fare con le scuole di ogni ordine e grado, a partire dai nidi. Sono ipotesi che stiamo studiando e che potrebbero partire dal 1° giugno. E se non riuscissimo a farli partire in estate, questi progetti ci aiuterebbero a ripartire a settembre in un altro modo. Perché certamente a settembre non si potrà ricominciare come se nulla fosse accaduto . Se non programmiamo fin da ora, ci troveremo impreparati. Del resto, pensare all’apertura delle imprese senza mettere al centro la scuola significare fare le cose nello stesso modo di prima. E questo non può più funzionare”. Insieme agli altri assessorati che parteciperanno all’incontro con i dirigenti si ipotizza quindi una riorganizzazione degli spazi, investimenti su manutenzioni e arredi, nuove infrastrutture informatiche, una formazione integrata per i docenti, nuovi modelli di assistenza ai più fragili.

Un’ultima analisi dell’assessore riguarda poi la didattica a distanza, che in parte è stata “escludente” per chi non aveva mezzi o condizioni sociali adatte, per chi non aveva computer, tablet o connessione. Senza contare i portatori di handicap. “Il digital divided lo abbiamo sofferto e respirato anche qui – afferma l’assessore – Gli insegnanti inoltre non erano pronti. Il modo di fare didattica nella scuola italiana è ancora quello dei nostri insegnanti: funziona sempre meno in classe e non può funzionare a distanza. Questo ha creato inevitabili disagi. Bisognava prendere la scuola e metterla al centro. Non è stato fatto. Significa che tutto è come prima”.

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