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Martedì, 30 Aprile 2024
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“I nativi digitali non sono tanto digitali” e la scuola è parte del problema, anche a Latina

Quanto emerge da un’indagine Openpolis – Con i Bambini su dati Eurostat. Nella provincia pontina c’è un’aula informatica in meno di una scuola su 5, e nel capoluogo va anche peggio

“I nativi digitali italiani non sono tanto digitali. Solo il 58,3% dei giovani tra 16 e 19 anni, infatti, nel 2021 possiede competenze adeguate, a fronte del 69,2% dei coetanei europei”: questo quanto emerge da un’indagine Openpolis – Con i Bambini su dati Eurostat, la quale sottolinea che la diffusione delle abilità informatiche tra gli adolescenti italiani è più bassa rispetto ai coetanei della maggior parte dei paesi Ue e spesso non arriva a un livello "base". 

“Si tratta di una tendenza di più lungo periodo che mal si accompagna con l’epoca in cui viviamo, sempre più digitalizzata” e va ancora peggio se si allarga la platea agli italiani a un’età compresa tra i 16 e i 74 anni: se il 53,9% degli europei ha competenze almeno di base e – solo – il 26,4% ne possiede di superiori, l’Italia riesce a registrare rispettivamente il 45,6% e il 22,5%.

La scuola è parte del problema

Secondo quanto emerge dallo studio, la scuola è parte del problema. Un problema che non risparmia neanche Latina e la sua provincia che fanno registrare numeri preoccupanti da questo punto di vista. Nel territorio pontino, infatti c’è un’aula informatica in meno di una scuola su 5, un dato che addirittura peggiora nel capoluogo.

Nonostante l’importanza di un insegnamento digitale tra i banchi, fin da bambini, la scuola in Italia ha sempre mostrato una scarsa ‘attitudine’ informatica. Un andamento che viene confermato dai dati. Secondo l'indagine, infatti, in Italia ci sono più di 40mila edifici scolastici e, in base a quanto comunicato dagli enti proprietari per l’anno 2021/22, solo 1 istituto su 3 dispone di aule ad hoc (32,4%), addirittura 1 su 4 nelle aree periferiche (26,3%) e ultraperiferiche (25,1%). In generale, in più di un caso su 4 (26,2%) le aule non sono presenti, mentre nel 41,4% degli edifici l’informazione non è stata dichiarata.

Facendo parlare i dati, in Piemonte e Liguria risulta presente un’aula informatica in quasi una scuola su 2 (rispettivamente 49,9% e 49,3%). Superano il 40% anche regioni come Valle d’Aosta, Marche e Toscana, mentre non fanno benissimo Abruzzo (23,3%), Calabria (18,1%), Campania (17,8%) e Lazio (16,8). Addirittura 14 province dichiarano la presenza di un’aula in meno di un edificio su 5 e tra le province peggiori c’è proprio quella pontina dove la percentuale si ferma al 12,3%; le altre che fanno registrare dati decisamente bassi sono Teramo (19,8%), Rieti (18,1%), Siracusa (17,9%), L’Aquila (17,7%), Catania (15,6%), Crotone (15,5%), Catanzaro (15,1%), Matera (14,5%), Roma (13,7%), Napoli (13,6%), Cosenza (13%), Salerno (11,9%) e Benevento (10,4%).

Guardando ai capoluoghi, poi, alcuni si aggirano sul 90% di edifici scolastici dotati di aule di informatica. Su tutti, Pavia registra il 91,7%, seguita da Modena (87,8%). Al di sopra del 70%, i comuni di Alessandria, Torino, Savona, Viterbo, Ancona, Pesaro e Imperia. Ma in 10 capoluoghi la presenze di aule apposite è dichiarata per meno del 10% degli edifici scolastici statali: si tratta di Roma, Catania, Carbonia, Forlì, Benevento, Catanzaro, Matera, Latina, Cosenza e Salerno.

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