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Cronaca

Crescono i tumori per l’arsenico nell’acqua, Pd: “Comune intervenga”

"L'incidenza dei tumori sulle popolazioni che bevono acqua all'arsenico è allarmante": intervento di De Marchis, Sarubbo e Menegatti. "Comune agisca senza perdere altro tempo"

Significativo aumento, circa il 12% in più, della mortalità per tumori nella provincia di Latina nei soggetti che hanno bevuto acqua contaminata dall'arsenico. Questi sono i dati allarmanti che arrivano dall’indagine Valutazione epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio”, realizzata dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio (Ssr).

“Il Partito democratico è impegnato in prima fila da sempre nel dire che l’arsenico nell’acqua è pericoloso” commentano i consiglieri comunali del Pd, Giorgio De Marchis e Omar  Sarubbo,  con  il  coordinatore  del  circolo  del  Pd  Latina  nord  Marcello  Menegatti.

Non abbiamo trovato mai sostegno nell'amministrazione comunale - afferma Menegatti -  che ha invece sempre cercato di prendere tempo, minimizzando il problema e accusandoci spesso di creare falsi allarmi. Questa maggioranza si è sempre dimostrata premurosa nei confronti di Acqualatina e distratta quando c'era da difendere i cittadini che subivano questo grave disservizio”.

“Più di sei mesi fa abbiamo presentato una mozione per sollecitare  il sindaco di chiedere all'Ato 4 di ridurre le bollette alle famiglie colpite da questa problematica – gli fa eco Sarubbo -. Dopo due mesi di silenzio la maggioranza ha bocciato in aula la nostra proposta nello scorso mese di maggio. Contestualmente abbiamo votato all'unanimità la costituzione di un tavolo tecnico per approfondire lo studio della questione relativa al servizio idrico e alla problematica dell'acqua all'arsenico. Sono passati mesi e il tavolo ancora non è stato istituito”.

“Non dimentichiamo il voto positivo dato dalla maggioranza allo schema di convenzione tra Acqualatina e Comuni dell'ATO - spiega De Marchis -. Una convenzione che "fa acqua da tutte le parti" alla quale noi abbiamo votato contro, un servizio mediocre che i cittadini pagano sulla loro pelle e sul quale i privati lucrano nonostante il referendum sulla ripubblicizzazione del servizio idrico nei fatti lo vieti. Noi siamo per rispettare il voto referendario ed il volere degli italiani. Si sottragga al più presto la gestione del servizio a chi applica logiche di profitto mettendo a serio rischio la salute delle persone”.

“Il Tar del Lazio, il Garante Regionale del Servizio idrico e altri autorevoli istituti hanno sempre tentato di tenere alta la soglia di attenzione su questa vicenda – concludono De Marchis, Menegatti e Sarubbo - ma a Latina hanno trovato solamente il muro del cinismo e del disinteresse di una amministrazione lontana anni luce dalle problematiche che riguardano la vita quotidiana delle persone e la loro salute”.

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