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Cronaca

Acqua, non paga la bolletta: condannato l’utente moroso

Condannato in Appello a sei mesi e ad una multa di 200 euro. Era stato denunciato da Acqualatina per furto di acqua, aggravato da violenza sulle cose: oltre a non pagare le bollette aveva anche rimosso il sigillo

Condanna confermata un utente moroso del Servizio Idrico Integrato dell’Ato4: non pagava le bollette e, nonostante le sollecitazioni, aveva anche rimosso il sigillo dal proprio contatore.

La Corte d’Appello di Roma, infatti, nei giorni scorsi ha confermato la sentenza di condanna a sei mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 200 euro, alla quale va aggiunto il pagamento delle spese processuali e il risarcimento danni, da definire in sede civile nei confronti di un utente moroso.

“L’utente – spiega la società in una nota - era stato denunciato da Acqualatina S.p.A. per furto di acqua, aggravato da violenza sulle cose. Nello specifico, l’utente aveva rimosso il sigillo dal proprio contatore, posto dai tecnici Acqualatina al fine di operare una riduzione del flusso idrico.

L’apposizione del sigillo si era reso necessario a causa del grave e perdurante stato di morosità dell’utente che, nonostante i reiterati solleciti di pagamento, aveva continuato a non corrispondere quanto dovuto”.

“Questa sentenza – afferma il Presidente Avv. Giuseppe Addessi – avvalora ancor più l’impegno profuso, ogni giorno, dal personale Acqualatina a servizio del territorio, nel rispetto dei valori di legalità ed equità di trattamento. Un impegno che si articola su due fronti paralleli e complementari: da un lato la doverosa vigilanza sull’operato di quanti agiscono al di fuori della normativa vigente, dall’altro la massima tutela per tutti gli utenti virtuosi che adempiono ai loro doveri e hanno, quindi, diritto a un servizio sempre migliore.

E’ opportuno, poi – aggiunge Addessi – distinguere tra coloro che hanno difficoltà nel pagamento, per i quali esistono particolari strumenti di supporto, e coloro che deliberatamente evitano di pagare. Naturalmente i casi vanno trattati in maniera diversa.”

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