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Cronaca Cori

Ricordare il 12 aprile 1944, la tragedia del bombardamento di Cori

Quest'anno è il 68esimo anniversario del terzo bombardamento della città che costò la vita a 228 persone. Una lapide commemorativa all'ingresso del Chiostro di Sant'Oliva le ricorda

Quella del 12 aprile non è una data come le altre per gli abitanti di Cori. In questo giorno si ricorda uno dei momenti più tragici nella storia della cittadina pontina, una pagina di sangue che ha lasciato una piaga indelebile.

Era il 12 aprile del 1944 quando, dopo quelli di gennaio e di febbraio, un terzo devastante bombardamento ebbe ancora luogo sulla città di Cori in contrada “Colle Nino”.

In quell’occasione furono colpite le capanne e le tende, rifugio di numerose famiglie di sfollati. E il bilancio di quel tragico episodio di violenza fa venire ancora i brividi: 228 le vittime accertate, 13.000 i metri quadrati di case distrutte, 3.400 quelli di case gravemente danneggiate, 2.000 furono i vani perduti di cui 385 appartamenti.

Come emerge dai documenti dell’Archivio Storico Comunale non mancò la solidarietà tra i superstiti, sottoposti ad una vita di stenti (fame, pioggia, neve e freddo) e in ricoveri d’emergenza, esposti agli attacchi aerei alleati alle colonne tedesche in ritirata e soprattutto alle scorribande delle truppe marocchine e algerine arruolate nell’esercito francese, i cosiddetti gourniers, autorizzate a condurre uccisioni gratuite, ruberie e violenza di ogni genere sulle donne.

I momenti di paura per la popolazione locale si protrassero fino alla fine di maggio quando, sfondata la resistenza tedesca, le truppe alleate entrarono a Cori, mietendo altre vittime e feriti gravi.

Domani ricorre il 68esimo anniversario del bombardamento della città di Cori; in ricordo di tutte le vittime civili della seconda guerra mondiale, l’amministrazione comunale, nel febbraio 2009, ha esposto una lapide commemorativa all’ingresso del Chiostro di Sant’Oliva.

Come ha ricordato il Sindaco Tommaso Conti – “noi abbiamo affisso la targa del ricordo e del ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie, ai giovani il compito di coltivare la memoria storica e divulgare la cultura della pace, del dialogo, del confronto e della tolleranza”.

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