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Cronaca

A vent’anni dalla strage di via D’Amelio, Di Giorgi ricorda Borsellino

Presente alla fiaccolata che si svolgerà a Latina in memoria del giudice ucciso il 19 luglio 1992, il primo cittadino con una nota esprime il suo pensiero su Borsellino

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LatinaToday

Il sindaco Giovanni Di Giorgi conferma la sua partecipazione alla fiaccolata organizzata dal comitato Paolo Borsellino a Latina e, apprezzando le tante iniziative organizzate in Italia a ricordo della strage di Via D’Amelio, rilascia un suo commento personale.

19 luglio 1992 - 19 luglio 2012.

Sono passati 20 anni dalla strage di via D’Amelio e desidero esprimere con una nota personale il mio pensiero su Paolo Borsellino.

Perché è grazie a lui che, il 19 luglio di venti anni fa, si è riempito di un significato profondo il mio cammino da poco intrapreso nel rispetto della legge e dell’amore per lo Stato. Dinanzi al sacrificio di una persona come Borsellino, che insieme a Giovanni Falcone, aveva dato tutto il possibile per combattere questa battaglia contro la mafia, capii, da venticinquenne appena laureato in Legge, che eravamo a un punto di svolta e che inevitabilmente lo Stato aveva giocato nel doppio ruolo di vittima e carnefice.

Dopo venti anni ancora non sappiamo chi azionò quella bomba sotto casa della mamma del giudice Borsellino, ancora non sono sicuri i mandanti, i perché, i per come, non vengono resi noti i ruoli di chi quella partita l’ha giocata da carnefice, perché chi l’ha giocata da vittima, purtroppo, lo sappiamo.

Ma quello che è sicuro è che dopo il 19 luglio del 1992, dopo Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le loro rispettive scorte, gli stessi mandanti non hanno potuto uccidere tutti coloro che hanno sempre creduto nello Stato, nella legalità, nell’onestà. È così che siamo cresciuti, e siamo diventati ancora più forti e consapevoli di affrontare tutti i giorni, quotidianamente, la battaglia contro la mafia, contro tutte le mafie.

In tempi difficili come quelli odierni, caratterizzati da una grande crisi, economica, politica, di valori, questa triste ricorrenza diventa l’atto di speranza e di amore più grande per ricordare, attraverso le parole e i gesti di questi due grandi uomini, quanto sia importante continuare a credere nella giustizia senza farsi coinvolgere da facili derive demagogiche e antipolitiche. Il mio pensiero lo dedico quindi ai più giovani, affinché gli insegnamenti e il sacrificio di questi due grandi eroi del nostro Stato non vadano perduti, perché, come affermava Borsellino:

'Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo'”.
 

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