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Cronaca Fondi

Pontino arrestato in Spagna, è il mandate degli attentati dinamitardi sventati a Fondi

L'operazione della Finanza di Bari: nell'agosto dello scorso anno era stata bloccata un'auto carica di tritolo e arrestate quattro persone

Era il 20 agosto dello scorso anno quando la Finanza riuscì a sventare due attentati dinamitardi ai danni di un’azienda di import-export arrestando quattro persone, due delle quali in viaggio dalla Puglia verso Fondi con un’auto carica di tritolo e due complici.

Oggi il Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Bari ha chiuso il cerchio attorno all’episodio

Lo scorso 25 febbraio, infatti, la polizia spagnola, a Barcellona, su specifica segnalazione inoltrata dal Gico della Guardia di Finanza, ha tratto in arresto Salvatore D.A., originario della provincia di Latina, colpito da un mandato di arresto europeo emesso dal gip del Tribunale di Trani, Francesco Messina, su richiesta del Procuratore della Repubblica, Carlo Maria Corrado Capristo e dal sostituto procuratore Marcello Catalano. L’uomo è accusato di essere il mandante dell’azione sventata dalle fiamme gialle nella notte di ferragosto del 2014.

Considerato un soggetto di notevole caratura criminale, già coinvolto in importanti indagini relative a traffici internazionali di stupefacente destinato anche a cosche mafiose siciliane.

Ripercorrendo i tratti principali della vicenda, nella notte tra il 14 ed il 15 agosto, le Fiamme Gialle sequestrarono a Molfetta un chilo di tritolo a scaglie, occultato all’interno di un’autovettura con a bordo due cittadini stranieri,  in procinto di partire per compiere un attentato dinamitardo ai danni di un’attività commerciale del Comune di Fondi.

I due cittadini furono arrestati in flagranza di reato dai militari del Gico, che così riuscirono ad impedire una possibile strage, visto che l’impresa finita nel mirino era attigua ad un distributore di carburante molto frequentato, comprensivo di area di servizio, con conseguenti enormi pericoli per la pubblica incolumità.

Il tritolo sottoposto a sequestro, infatti, era compresso in una scatola di ferro le cui schegge, a seguito della potente deflagrarazione, indotta tramite un detonatore con miccia, anch’esso sottoposto a sequestro, sarebbero state proiettate in un vasto raggio di azione.

Gli immediati approfondimenti investigativi portavano nei giorni seguenti all’individuazione dei soggetti che si erano occupati del reperimento dell’esplosivo, uno dei quali è risultato essere uomo di fiducia del mandante dell’azione criminale, con il quale era in stretto contatto e dal quale aveva ricevuto precise istruzioni circa le modalità di pianificazione dell’attentato dinamitardo ed il preciso luogo di esecuzione.

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