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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Maxi confisca ad un imprenditore vicino alla camorra: l'operazione tocca anche Latina

Sotto chiave case, terreni ed auto di lusso oltre a rapporti bancari e partecipazioni societarie. Le indagini della Guardia di Finanza dei comandi provinciali di Bologna e Napoli

E’ arrivata fino nella provincia di Latina l’operazione dei miliatari della Guardia di Finanza dei comandi provinciali di Bologna e Napoli che hanno confiscato un patrimonio del valore di circa 300 milioni di euro ad un imprenditore di 63 anni operante nel settore immobiliare. Il provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria napoletana nei confronti dell’uomo condannato nell'ambito della nota operazione "Omphalos" per i reati di esercizio abusivo del credito ed intestazione fittizia di quote societarie e di beni, quest'ultimo con l'aggravante del cosiddetto "metodo mafioso" per aver agevolato vari clan camorristici. 

La confisca ha interessato l'intero compendio patrimoniale e monetario illecitamente accumulato dall’imprenditore, costituito da un ingente numero di cespiti dislocato in 7 province tra Bologna, Ravenna, Napoli, Caserta, Benevento, Latina e Sassari. Si tratta, infatti, di ben 628 tra fabbricati e terreni, 16 autovetture, anche di lusso, rapporti bancari e partecipazioni societarie, il cui valore è risultato nettamente sproporzionato rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati dallo stesso e dal suo nucleo familiare.

Il provvedimento di oggi, viene spiegato, è quindi il primo epilogo delle complesse indagini di polizia giudiziaria e di polizia economico-finanziaria condotte in stretta collaborazione dalle Fiamme Gialle di Bologna e Napoli, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia partenopea, che avevano portato, nel mese di luglio del 2017, all'arresto di 17 persone ed al sequestro di beni del valore complessivo di 700 milioni di euro. 

Le attività investigative, sviluppate tramite intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e attività di osservazione e appostamenti, le approfondite e sofisticate ricostruzioni dei flussi bancari e analisi societarie nonché le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia hanno consentito di ricostruire l'operatività di un gruppo criminale legato a diversi clan camorristici tra cui clan Mallardo, clan Di Lauro, clan degli Scissionisti, clan Puca, clan Aversano, clan Verde e clan Perfetto. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’organizzazione, attiva in diverse regioni italiane - quali Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Lombardia - aveva base prevalente in Campania ed era dedita a truffe alle assicurazioni, esercizio abusivo del credito, investimenti immobiliari e intestazione fittizia di beni, effettuando in questo modo un'attività di reimpiego sistematico di enormi somme di denaro di provenienza illecita. Non solo, ma dalle indagini era poi emerso come il gruppo camorristico fosse riuscito ad operare indisturbato anche grazie allo stabile e determinante appoggio di insospettabili colletti banchi, funzionari di banca e commercialisti. 

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