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Cronaca

Maxi sequestro ai Mallardo, Legambiente: “Ora Dia e Dda a Latina”

Legambiente plaude magistratura e forze dell'ordine; poi, oltre a chiedere l'intervento delle istituzioni, spinge per l'apertura degli uffici della Dia e della Dda in provincia

A 24 ore dal secondo maxi sequestro di Camorra in poco più di 20 giorni, che ha interessato il Lazio e la Campania, prende la parola Legambiente che non solo chiede l’intervento delle istituzioni ma anche, per voce del coordinatore provinciale Marco Omizzolo, anche l’apertura degli uffici della Dia e della Dda nella provincia di Latina.

Legambiente plaude all’eccellente lavoro di magistratura e forze dell’ordine che nella giornata di ieri hanno fatto scattare i sigilli a beni mobili e immobili per oltre 50 milioni facenti capo ai fratelli Ascione, soggetti considerati contigui al clan Mallardo per conto del quale avrebbero costituito una cellula economica, operante, prevalentemente, nel territorio del basso Lazio e chiede che le istituzioni intervengano per fermare l'emergenza.

“Esiste una zona grigia di commistione fra criminalità organizzata e pezzi del tessuto economico su cui le istituzioni devono intervenire con urgenza sia con adeguate politiche di contrasto che con la diffusione della cultura della legalità sui territori - ha dichiarato Valentina Romoli, vicepresidente e responsabile Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio-. In questo senso, è importante anche che la Regione Lazio rilanci le attività della Consulta e dell'Osservatorio Ambiente e Legalità per monitorare la situazione e permettere di intervenire con tempestività, favorendo anche il coinvolgimento dei cittadini con le segnalazioni di tutte le situazioni anomale”.

L'operazione anticamorra “Bad Brothers 2” è la seconda, a distanza di venti giorni, che colpisce il clan Mallardo. Secondo le indagini, condotte dal Procuratore presso il Tribunale di Roma Pignatone, e dai Sostituti Procuratori-Dda di Roma Lina Cusano, Maria Cristina Palaia e Barbara Sargenti, e ancora una volta in collaborazione con la Dda di Napoli, il fulcro dell'attività illecita ha riguardato il campo dell'edilizia, appalti e forniture pubbliche tramite la partecipazione finanziaria a società o con attività estorsiva. Tra la provincia di Latina e Napoli, le cinque società sequestrate operavano nel settore delle costruzioni di edifici, una nella locazione di immobili, una nel commercio di auto e una nel settore dell’intermediazione immobiliare.

“L'operazione condotta oggi dalla magistratura dimostra, una volta ancora, a poche settimane da quanto denunciato nel nostro rapporto Ecomafie, quanto la malavita organizzata e i loro affari si siano radicate in provincia di Latina - dichiara Marco Omizzolo, coordinatore provinciale Legambiente Latina -. Torniamo a chiedere l'apertura degli uffici della Dia e della Dda in provincia di Latina, mentre continueremo a realizzare iniziative di sensibilizzazione e di educazione alla legalità nelle scuole, di cui si avverte immediata necessità”.

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