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Cronaca

Migranti sfruttati, Vaccaro si difende. Interrogatorio in ospedale per Battisti

In carcere il sindacalista della Fai Cisl risponde al gip: "Solo consulenze sindacali, nessuna estorsione". Battisti ascoltato in ospedale dove è ricoverato per una cardiopatia

Primi interrogatori in carcere questa mattina per il sindacalista della Fai Cisl Marco Vaccaro e per Luigi Battisti, titolare della società cooperativa Agri Amici di Sezze, arrestati ieri nell’ambito dell’operazione Commodo e accusati di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, all’estorsione, all’autoriciclaggio, alla corruzione e ai reati tributari.

Il giudice per le indagini preliminari Gaetano Negro, firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato tre persone in carcere e tre ai domiciliari, ha ascoltato Battisti presso il pronto soccorso del Santa Maria Goretti di Latina dove è ricoverato da ieri a causa di una cardiopatia. L’uomo, che si trova dunque agli arresti ospedalieri ed è assistito dagli avvocati Pasquale e Mauro Improta del foro di Cassino, non ha risposto alle domande del magistrato avvalendosi della facoltà di non rispondere. La difesa ha chiesto comunque la scarcerazione con obblighi di firma o in alternativa gli arresti domiciliari.

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E’ stato invece interrogato nel carcere di Latina il sindacalista Marco Vaccaro, assistito dagli avvocati Giampiero Vellucci e Gaetano Marino. Il responsabile Fai Cisl ha risposto alle domande del gip dichiarandosi completamente estraneo alle accuse: ha sottolineato di non avere mai compiuto estorsioni pretendendo l’iscrizione alla sua organizzazione dai lavoranti assunti dalla cooperativa, dietro la minaccia del licenziamento. Al giudice ha raccontato di avere semplicemente fornito consulenza sindacale, di non avere mai intascato denaro e ha sottolineato come il numero di iscrizioni alla Fai Cisl era ed è di 36, senza nessun incremento. I suoi legali hanno chiesto per lui gli arresti domiciliari ma su questa come sull’istanza di Battisti il gip si è riservato.

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Per quanto riguarda Daniela Cerroni, considerata capo e promotore del gruppo criminale, nonché socio fondatore della cooperativa, è stata ascoltata su rogatoria nel carcere romano di Rebibbia dove si trova detenuta. Saranno invece interrogati lunedì mattina Luca Di Pietro, Nicola Spognardi e Chiara Battisti che si trovano agli arresti domiciliari.

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