Smantellamento dell’ex centrale nucleare, parlamentari a Sabotino
Durante la visita di questa mattina illustrato il programma delle attività di smantellamento della centrale pontina. Aperte anche le porte del deposito temporaneo per i rifiuti radioattivi appena concluso
Illustrare il programma delle attività di smantellamento della centrale pontina: questo l’obiettivo della visita da parte dei parlamentari di questa mattina presso l’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino.
Durante il sopralluogo della delegazione di parlamentari delle Commissioni Ambiente e Attività produttive di Camera e Senato presentato anche il nuovo deposito temporaneo, preposto allo smaltimento dei rifiuti della centrale pontina, che va a sostituire quello vecchio ormai saturo e che, con una capacità potenziale di 50 anni, sarà in vigore fino a che non verrà realizzato, sempre ad opera della Sogin, il nuovo deposito nazionale definitivo.
La delegazione stamattina è stata accolta dal presidente di Sogin, Giuseppe Zollino, e dall’amministratore Delegato, Riccardo Casale, che hanno illustrato, appunto, il programma delle attività di smantellamento della centrale di via Macchia Grande, che la società sta portando avanti con la massima trasparenza e attenzione verso l’ambiente.
“In Italia – spiega Sogin in una nota -, per terminare lo smantellamento degli impianti nucleari occorre realizzare il Parco Tecnologico e il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi provenienti non solo dal decommissioning, ma anche dalle quotidiane attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca che ogni anno producono circa 500 metri cubi di rifiuti. Il trasferimento di tutti questi rifiuti radioattivi in un’unica infrastruttura assicurerà, dunque, una loro gestione efficiente e razionale, in totale sicurezza per i cittadini e l’ambiente”.
I parlamentari dal canto loro hanno espresso apprezzamento per come Sogin intende coniugare la complessità delle attività di decommissioning con un costante processo di coinvolgimento trasparente e informato di tutti gli attori coinvolti. “Questo impegno – prosegue la società - sarà sempre maggiore nella fase di localizzazione e successiva realizzazione del Deposito Nazionale, uno dei maggiori progetti infrastrutturali dei prossimi anni per l’Italia. A tale riguardo, si è in attesa dei criteri da parte dell’Ispra che permetteranno di definire la Carta Nazionale delle aree potenzialmente idonee alla sua localizzazione.
Realizzare il Parco Tecnologico e il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi permetterà di chiudere il ciclo nucleare dei vecchi impianti e consentirà all'Italia di entrare in un business che è già globale. Il nostro Paese, fra i primi ad aver iniziato le attività di decommissioning nucleare, gode infatti oggi di un vantaggio competitivo in un mercato che nei prossimi vent’anni si stima valga 600 miliardi di euro”.