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No al femminicidio, scritte sulle vetrine dei negozi contro la violenza sulle donne

L'iniziativa dell'associazione Valore Donna per combattere ogni giorno contro il fenomeno i preoccupante ascesa e non dimenticare le vittime dei femminicidi: sulle vetrine dei negozi frasi che ricordano le tante donne vittime dei loro uomini

No al femminicidio, no alla violenza sulle donne: sono tanti i negozi del centro di Latina che hanno deciso di aderire all’iniziativa dell’associazione Valore Donna. E così in questi giorni in centro sulle vetrine delle attività commerciali sono comparse scritte per non dimenticare le tante, troppe, donne vittime di femminicidi. 

“Abbiamo voluto organizzare questo evento perché dobbiamo prendere tutti atto – afferma Valentina Pappacena, presidente di Valore Donna – che il femminicidio è un fenomeno che non solo purtroppo esiste, ma che è in preoccupante ascesa. Da oggi e fino a sabato nei circa 30 negozi aderenti all’iniziativa le commesse indosseranno una maglietta rossa con la scritta #iovalgo e sulle vetrine sono state scritte delle frasi che ricordano le tante donne vittime dei loro uomini. 

Un grazie particolare - prosegue Pappacena - va alla presidente dell’associazione dei commercianti del centro, Susanna Gloria, che ha voluto, insieme alla nostra associazione, dare un segnale forte all’intera città. Non possiamo più permetterci di omaggiare le tante vittime solo in occasione del 25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne; dobbiamo avere la consapevolezza che quella che non ho paura a definire “una strage” è ormai cronaca quotidiana”.

Dall’inizio del 2016 sono già 60 le donne uccise e purtroppo questo è solo l’inizio perché quasi il 90% delle donne non denuncia i maltrattamenti. 

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“Dopo l’omicidio di Sara Di Pietrantonio, la ragazza di 22 anni bruciata viva a Roma dal suo ex fidanzato, anche la politica è intervenuta indignandosi, ma indignarsi non basta. Bisogna aiutare le donne in difficoltà partendo dai centri antiviolenza la maggior parte dei quali ancora in attesa dei finanziamenti statali del 2013-2014. Questo fenomeno non può continuare a pesare solo sulle spalle dei tanti volontari e della associazioni che ogni giorno, nel loro piccolo, cercano di aiutare le donne in difficoltà. In un Paese civile le vittime devono poter contare su una fitta rete di aiuti fatta di centri anti violenza, ma anche di sportelli e case rifugio. 

La rete Wave (Women against violence Europe) nel suo ultimo rapporto ha censito in Italia 140 centri antiviolenza e 73 case rifugio. Secondo un calcolo dell’Unione europea, ogni Paese dovrebbe prevedere un posto letto per vittime di violenza di genere ogni 10mila abitanti e in Italia ce n’è meno di un migliaio e ciò vuole dire che ne servirebbero ancora 6 mila”. 

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“La nostra associazione – commenta la presidente di Valore Donna – ha recentemente partecipato ad un Bando, con il Comune di Sermoneta e la Cooperativa Nuova Era, per prendere in affidamento una casa sequestrata alla mafia per farla diventare una casa di accoglienza per le donne maltrattate. Un Bando importante indetto dal Consiglio dei Ministri a seguito della ratifica della Convenzione di Istanbul. 

Sarebbe bello – commenta Pappacena – se anche a Latina si iniziasse a lavorare in questo senso. Ci sono altri comuni italiani in cui da anni, ormai, operano Consulte Femminili da sempre impegnate, insieme agli assessorati competenti, nell’elaborazione di progetti vari con il coinvolgimento di associazioni di volontariato e specialisti. Il nobile scopo – conclude – sarebbe solo quello di sviluppare la cultura del rispetto andando a sensibilizzare direttamente l’opinione pubblica. Nell’augurare un buon lavoro al nostro nuovo sindaco, Damiano Coletta, spero che anche a Latina si possa, quanto prima, iniziare a lavorare di concerto con l’amministrazione comunale”.

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