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Cronaca

Mille aziende pontine chiedono di riaprire in deroga: le domande in Prefettura e i controlli

Sufficiente un'autocertificazione in cui si dichiara di effettuare un'attività legata alle filiere essenziali. Vale il silenzio assenso

Sono state finora circa mille le richieste di autorizzazione di prosecuzione dell'attività produttive in deroga allo stop per l'emergenza Coronavirus, presentate finora alla Prefettura di Latina da parte di aziende della provincia pontina. Si tratta, nello specifico, di imprese i cui codici Ateco non sono strettamente previsti nell'elenco del Governo delle attività autorizzate a lavorare ma comunque legate alle filiere considerate essenziali all'economia. Per inoltrare la domanda è sufficiente presentare un’autocertficazione in cui si dichiara di svolgere un'attività imprenditoriale legata alle filiere ritenute necessarie, quelle cioè contenute negli elenchi del Dpcm del 22 marzo e del decreto del ministero dello Sviluppo economico del 25 marzo e identificate con un preciso codice Ateco (come industrie alimentari, produzioni agricole, farmaceutiche, imballaggi, meccanica, logistica, trasporti e molte altre). 

Sulle nuove richieste la Prefettura, come tutte le altre Prefetture italiane, effettuano verifiche sui codici Ateco delle aziente collegate e come autorizzazione vale il silenzio assenso. Una non risposta da parte degli uffici indica che l'impresa in questione può riaprire in deroga perché la sua attività produttiva è effettivamente ritenuta legata alla filiera delle aziende necessarie. In caso invece vengano ravvisati motivi ostativi alla prosecuzione la Prefettura invia provvedimenti di sospensione. Fino a questo momento ne sono stati adottati 43 nella provincia di Latina, secondo l'ultimo dato reso noto. 

Su tutte le imprese che hanno riaperto i battenti, da nord a sud del territorio pontino, sono però già iniziati controlli serrati da parte della Guardia di Finanza e delle altre forze dell'ordine. 

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