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Cronaca Fondi / Viale Piemonte, 1

Mafia e camorra per il controllo del Mof di Fondi, 9 arresti

Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di personaggi di spicco della criminalità organizzata che gestivano i trasporti e i prezzi dei prodotti ortofrutticoli

Sono 9 le ordinanze di custodia cautelare emesse nella giornata di ieri dal gip del tribunale di Napoli e dalla Dda di Roma ed eseguite nei confronti di personaggi della mafia e della camorra che operano in Campania e in Sicilia. E ancora una volta nelle vicende della criminalità organizzata torna protagonista anche il mercato ortofrutticolo di Fondi.

Le ordinanze, infatti sono state emesse nei confronti di nomi di spicco di camorra e mafia tra cui Nicola Schiavone, figlio di Francesco Sandokan capoclan dei Casalesi, da un lato e  Gaetano Riina, fratello di Totò, considerato referente mafioso degli Sfraga dall’altro, che avevano stretto un patto per spartirsi i mercati ortofrutticoli e in particolare il Mof di Fondi. Le indagini che sono state condotte mettono chiaramente in evidenza l’esistenza di una sinergia tra criminalità organizzate fondata su reciproci interessi economici per influenzare l’economia del settore e i prezzi dei singoli prodotti.

Si parla, infatti, di legami e accordi tra mafia e clan camorristici in cui ognuno traeva i propri vantaggi; da un lato i casalesi e i loro alleati partenopei che attraverso la ditta “La Paganese” si aggiudicavano il monopolio di tutti i trasporti ortofrutticoli da e per il centro sud con particolare riferimento ai mercati di Palermo, Trapani, Catania, in parte anche Gela e Fondi; dall’altro i siciliani che si garantivano il libero accesso e la vendita dei loro prodotti nei mercati della Campania e del Lazio, azzerando in questo modo la concorrenza. Ed è qui che rientra in gioco il Mof di Fondi.

Alla base di questi accordi ci sarebbe stato un incontro con Gaetano Riina voluto dagli Sfraga per spianare la strada alla famiglia siciliana nel mercato ortofrutticolo del comune pontino, il cui accesso era strettamente controllato da Antonio Venanzio Tripodo, referente mafioso e regolatore del commercio presso lo stesso mercato, anche lui presente all’appuntamento con le famiglie criminali. Mentre l’interesse del clan Schiavone sulle attività dei mercati ortofrutticoli è stato confermato dal collaboratore Francesco Cantone il quale ha riferito di un incontro tra Nicola Schiavone e Michele Zagaria, determinato dal proposito di quest’ultimo di estendere la propria influenza sullo strategico mercato di Fondi, uno dei più grandi d’Europa, attraverso commercianti ed imprenditori a lui collegati.

Le indagini che hanno portato ai 9 arresti, hanno svelato anche un alleanza che prevedeva un traffico di armi. Ne sono testimonianza le videoriprese nel piazzale della ditta casertana, con un ripetersi di scene di uomini che trasportavano pistole, bombe, fucili e casse di kalashnicov trascinate per terra in piena notte per nasconderle nelle intercapedini dei tir diretti nei mercati ortofrutticoli siciliani.

Le ordinanze, emesse dal gip Pasqualina Paola Laviano su richiesta dei pm Cesare Sirignano, Francesco Curcio e Ivana Fulco, ricostruiscono quindi un intero decennio di storia dei rapporti ed interessi economici ed imprenditoriali tra le varie famiglie della criminalità organizzata. Le accuse per gli arrestati sono di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, illecita concorrenza, detenzione e porto illegale di armi da guerra, reati aggravati dalla metodologia mafiosa

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