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Droga da Castel Volturno alla provincia di Latina, 10 arresti nel sud pontino

In manette sette fondani, altre tre ordinanze tra Formia e Terracina eseguite dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere nel corso di un'operazione scattata all'alba di questa mattina

Sono dieci in tutto le ordinanze di custodia cautelare eseguite questa mattina all'alba in provincia di Latina. In totale sono 21 le persone arrestate nell'ambito di un'operazione contro lo spaccio di droga condotta dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, tra la provincia pontina, Napoli e Caserta. 

Centro dello spaccio, un albergo in disuso a Castel Volturno, vero e proprio punto di smistamento di sostanze stupefacenti.  "Lo stupefacente – spiegano i militari - veniva ceduto a italiani provenienti soprattutto dalle province di Latina e Frosinone, che si recavano a Castel Volturno per acquistarlo (e che provvedevano successivamente a smerciarlo al dettaglio nelle zone di provenienza). In alternativa, trasportato e consegnato "a domicilio", fuori provincia, da parte di corrieri di nazionalità italiana, uomini e donne, che lo occultavano nelle parti intime".

I pontini finiti in manette sono: Corrado F., classe '72, Luigi P., classe '74, Carlo D.V., classe '94, Giulio Z., classe '60, Salvatore R., classe '86, Umberto G., classe '82, Samanta S., classe '83, tutti di Fondi, MIrco B., classe 77 di Fondi, Pasquale C., classe 81 di Terracina, Marcello F., classe '69 di Formia. Di questi cinque sono in carcere, il resto ai domiciliari. 

Le attività investigative sono state svolte dai carabinieri della Stazione di Grazzanise, coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dal novembre 2012 all'ottobre 2013.

L'indagine era stata avviata, nel 2012, in seguito al controllo di polizia operato nei confronti di un giovane tossicodipendente che aveva riferito di aver acquistato lo stupefacente, sia in quella occasione, sia in occasioni precedenti, da uno spacciatore di colore operante in Castel Volturno presso una struttura alberghiera denominata "Hotel Boomerang" (già Hotel Zagarella).

Tale struttura, attualmente in disuso e in grave stato di abbandono e di degrado, era già nota agli investigatori in quanto era divenuta, nel tempo, ricettacolo e punto di incontro di tossicodipendenti e spacciatori, prevalentemente extracomunitari, e per questo già in passato sottoposta ad attività di osservazione. Il successivo sviluppo delle indagini condotte attraverso attività di osservazione, pedinamento e controllo, e intercettazioni telefoniche, ha consentito di accertare che lo stupefacente veniva lavorato e tagliato a Castel Volturno, presso l'abitazione di soggetti di origine africana e pressol'"Hotel Boomerang"

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