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Cronaca Formia / via Madonna di Ponza

Esplosione a Formia, sopralluogo dei vigili del fuoco nella palazzina

Il comandante Cristina D'Angelo insieme ai tecnici dei vigili del fuoco si è recata di nuovo sul luogo dell'esplosione e ha richiesto di visionare la bombola del gas. Proseguono le indagini

Non si ferma la macchina investigativa dopo la violenta esplosione di domenica in via Madonna di Ponza a Formia che ha distrutto un’intera abitazione e danneggiato altre due provocando dieci feriti tra cui un bambino di soli 8 mesi e due gravi.

Nel pomeriggio di ieri i tecnici dei vigili del fuoco hanno effettuato un nuovo sopralluogo; sul posto si sono recati il comandante provinciale Cristina D’Angelo, il funzionario tecnico Sebastiano Di Maria ed il vigile coordinatore Giuseppe Bastevole. Obiettivo effettuare ulteriori accertamenti tecnici e strumentali finalizzati ad accertare le cause dell’esplosione.

Lo stesso comandante D’Angelo si è poi recato presso la caserma dei carabinieri per visionare la bombola Gpl da cui è partita la deflagrazione per ulteriori verifiche; sono state inoltre richieste all’amministratore del condominio, anche lui presente al sopralluogo, tutte le planimetrie degli appartamenti coinvolti nella deflagrazione.

IERI – intanto ieri è stato il giorno dei primi bilanci e delle prime considerazioni. Le condizioni dei feriti sembrano migliorare mentre preoccupano solo quelle del cittadino albanese ricoverato al Goretti. Nel “giorno dopo” di quella che poteva essere una vera e propria tragedia, è intervenuto anche il sindaco di Formia, Michele Forte, secondo il quale “è stata sfiorata la strage, ma la macchina dei soccorsi ha funzionato perfettamente” sia da parte delle forze dell’ordine che dell’amministrazione.

LE INDAGINI – Proseguono intanto le indagini per accertare cosa veramente sia accaduto in quell’appartamento al piano rialzato della palazzina di tre piani di via Madonna di Ponza domenica scorsa intorno alle 13.30. Per il momento non ci sono indagati, ma il sostituto procuratore che si occupa del caso ha aperto un fascicolo contro ignoti, e l’ipotesi di reato è molto grave: disastro colposo. Nell’appartamento da dove è partita l’esplosione c’era l’impianto per il gas metano, ma la famiglia albanese che lo occupava regolarmente continuava ad usare la tradizionale bombola a gas.

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