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Cronaca

22 luglio 1945, strage a Capoportiere: una targa commemorativa

La richiesta dell'associazione Sammichelesi Memorie che si rivolge al sindaco di Giorgi per ricordare il drammatico evento: l'esplosione della mina a Capoportiere che causò morti e feriti

Era il 22 luglio del 1945 quando una mina esplose nei pressi di Capoportiere a Latina – l’allora Littoria – causando la morte di tre persone e il ferimento di molte altre.

Apporre una targa commemorativa in ricordo di quel drammatico episodio: questa è la richiesta che il presidente dell’associazione Sammichelesi Memorie, Tommaso Malandruccolo, a nome di tutti i suoi membri, rivolge al sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi.

“Con un’azione di modestissimo impatto economico, ma dal contenuto carico di significato, si andrebbe a rendere onore a quei concittadini la cui morte è stata avvolta da un velo di oblio, presumibilmente perché accomunata con altre dell’antecedente periodo bellico” si legge nell’istanza dell'associazione.

Pubblichiamo ora la ricostruzione dell’intera vicenda interamente realizzata dalla stessa associazione, letta anche dall’attore Nino Bernardini di Latina durante la manifestazione culturale realizzata dall’associazione Sammichelesi Memorie lo scorso 28 luglio.

“22 LUGLIO 1945
E' una calda domenica d’estate……
Le sirene dei bombardamenti risuonano ancora nelle orecchie degli abitanti di Littoria, ma si tratta solo di un terribile ricordo, sul quale tutti non vedono l’ora di far calare il sipario.
La guerra è finita, e questa volta per davvero!
Il vento caldo e il sole raggiante stimolano il desiderio di trascorrere una giornata spensierata sulle spiagge per liberare le menti dai ricordi della guerra.
La piccola Annamaria si alza presto, non vede l’ora di giocare con le sue pentoline perchè non ha voglia di andare al mare e la bicicletta per lei che ha solo 7 anni, non è un mezzo comodo per percorrere la lunga e tortuosa strada che porta verso il mare.
Il fratellino Mimmo di cinque anni è entusiasta, non ha traumi della guerra, per lui è un’occasione per vedere finalmente il mare di cui ha tanto sentito parlare, si affaccia alla finestra che da sulla piazza di Borgo San Michele, osserva la bicicletta di zio Manlio appoggiata al muretto che è lì pronta per partire.
Prima di avviarsi i due piccoli salutano la madre Renata e zia Lidia, rispettivamente la direttrice e la maestra del borgo, che oggi devono fare le faccende di casa e non possono accompagnarli al mare.
Annamaria, imbronciata, sale sulla tavoletta della bicicletta dello zio Manlio e con i suoi fratelli Ennio ed Evandro Carota si avviano verso Capoportiere.
A Littoria, presso il campo sportivo, i giovani operai dell'officina del Consorzio di Bonifica, sono entusiasti di salire sul camion che porterà al mare anche loro per una giornata di festa.
Pierluigi Moriconi ed Enzo Cucchiarelli di Littoria salgono sul cassone insieme agli altri operai con il loro pranzo a sacco preparato con amore dalle mamme.
Questa è la ricompensa che Bruna Murari ha riservato a loro che in fretta hanno riparato il camion di suo padre.
E’ un vecchio TAURUS, era stato confiscato dalla Prefettura di Littoria e serviva per il trasferimento degli sfollati.
Da malridotto e inutile rottame, ora è diventato perfettamente funzionante. I fratellini Mirco e Gianni Fieni, con la loro zia Bruna Murari, che è l'unica donna in città che ha la patente per guidare il camion, corrono per aggiudicarsi il posto in cabina.
Intanto Walter Granini, Giorgio Riccardo, Ennio Rinaldi, Sabatino Morbidelli, tutti di Borgo San Michele, in sella alle loro biciclette, sono diretti a Capoportiere.....
Il camion viaggia verso il mare, cammina sull’unica strada percorribile, via Isonzo.
I fratelli Carota con i loro due nipoti e i quattro amici in bicicletta stanno percorrendo la Migliara 43 che in mezz’ora li porterà a Capoportiere.
Appena fatto ingresso a Capoportiere tra l'idrovora di colore giallo e la casa cantoniera rossa, tutti in fretta parcheggiano le loro biciclette nel cortile contornato da oleandri profumati.
Il camion si ferma all’interno del cortile e tutti scendono entusiasti per raggiungere al più presto le onde del mare che già al di là della strada si intravedono spumeggianti.
La spiaggia dorata, la brezza e l’azzurro del mare e i raggi del caldo sole, fanno da cornice a questa splendida giornata ove tutti i pensieri tristi vengono dissolti dalle loro grida di gioia e dagli splendidi sorrisi. C'è chi corre sulla battigia, chi si tuffa tra le onde, chi costruisce castelli di sabbia e chi fa’ dispetti al compagno......... e intanto scorre serena la giornata.
E' quasi sera, è l'ora del ritorno a casa, tutti recuperano le poche cose poste sulla sabbia alla rinfusa, c'è chi raccoglie i panni lanciati in aria e chi ancora non vuole sprecare l’ultimo minuto per mettere un piede nell’acqua, ma è ora di andare.
Si raggiunge la strada attraverso le dune, lanciando uno sguardo all’indietro per vivere ancora per un pò gli ultimi istanti di questa splendida giornata.
Il camion ed il suo autista sono lì che aspettano all’entrata della casa cantoniera, parzialmente diroccata.
Si sale sul cassone del mezzo per poter raggiungere Littoria; i fratellini Mirko e Gianni Fieni, sono in prima fila sulla cabina del mezzo con i loro visi attaccati ai vetri infuocati dal sole insieme alla zia Bruna e l’autista.
Tutti si divertono e gridano di gioia, ma l’autista ha paura di eseguire la manovra di retromarcia mentre il gruppo di scalmanati è in piedi euforico.
Lui ordina quindi a tutti di scendere per eseguire la manovra senza correre rischi.
Tutti saltano giù dal cassone e restano serrati intorno al camion per non perdere il posto conquistato.
Si avvicinano a loro anche Manlio, Evandro ed Ennio, con i piccoli Mimmo e Annamaria, nella speranza di riuscire ad ottenere un passaggio per tornare a casa, risparmiandosi la pedalata sotto il sole cocente.
Dei bambini, a qualche metro, rincorrono una farfalla.
La piccola Annamaria coglie un oleandro bianco e lo dona a Mimmo.
Vicino la ruota destra posteriore del camion si trovano Sabatino, Pierluigi ed Enzo.
Poco più indietro stanno per arrivare Walter, Giorgio e Ennio Rinaldi in sella alle loro biciclette, sperando anche loro di rimediare un passaggio.
L’autista inserisce la retromarcia, comincia ad indietreggiare, ma la ruota posteriore destra calpesta una mina anticarro sfuggita all’opera di sminamento.
L'esplosione… il boato… il gelo cala improvviso, è tragedia!
Il camion si spezza in due.
Pierluigi Moriconi ed Enzo Cucchiarelli, entrambi di 14 anni, in prossimità dell’ordigno, perdono la vita nell'immediato, uno dei due finisce scaraventato a molti metri di distanza.
Sabatino resta a terra privo di sensi, è gravemente ferito, ma sembra che si muova ancora.
Evandro e Ennio, protetti dal camion, vengono sbalzati dalla bicicletta, ma restano illesi, mentre Annamaria e Domenico perdono la vista ad entrambi gli occhi, investiti in pieno volto dalle schegge; l’ultima cosa che ricorderanno sarà l’immagine di un oleandro con i fiori dello stesso colore della casa cantoniera. Anche lo zio Manlio perderà la vista ad un occhio.
A pochi metri, in marcia sulle loro biciclette, i giovani Walter Granini, Giorgio Riccardo ed Ennio Rinaldi di Borgo San Michele, assistono all’esplosione.
Il Rinaldi, colpito da una scheggia ad un occhio, viene trasportato all’ospedale di Latina, dove i medici tenteranno invano di salvargli la vista.
Quattro giorni dopo anche Sabatino, di 16 anni, ricoverato per le lesioni riportate, morirà fra le braccia della vicina di casa Clorinda Roma Granini, cantando “Firenze sogna”, fra lo sgomento di tutta la popolazione sammichelese.
A distanza di 67 anni la ferita di quel giorno non si è ancora rimarginata, le conseguenze sono state avvertite anche dalle generazioni future.
Ennio Rinaldi, diventerà medico e si trasferirà a Borgo Podgora, è venuto a mancare recentemente.
Mimmo, completamente cieco, a seguito di un complesso intervento riacquisterà parzialmente la vista, ma solo per pochi giorni, il tempo sufficiente per vedere in volto la moglie e i figli.
Un’infezione lo priverà definitivamente di questo senso. Oggi è un Magistrato e vive a Roma.
Annamaria diventerà un’abile pianista, oggi vive a Roma con una delle sue due figlie.
La famiglia Morbitelli si trasferirà a Bologna negli anni ’50.
La salma di Moriconi verrà tumulata al cimitero di Latina, dove è ancora presente la tomba con la foto del giovane vestito da balilla.
La salma di Cucchiarelli verrà dapprima sepolta al cimitero di Latina e successivamente trasferita a quello di Cori, dove era originaria la sua famiglia".

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