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Carte false per immatricolare auto estere, 7 arresti per truffa

Ancora un'operazione della Polstrada di Latina fa luce sul riciclaggio di veicoli e su truffe ad agenzie assicurative: torna in carcere un'intera banda già arrestata un anno fa

Il nome dell’operazione condotta dalla polizia stradale di Latina e di Frosinone è lo stesso: “Paper cars”. E anche gli arrestati, più o meno, sono sempre loro. A distanza di poco più di un anno tornano in manette i componenti di una banda dedita all’importazione di automobili di grossa cilindrata e alla falsificazione dei relativi documenti di circolazione. Per la Polstrada, che li teneva d’occhio, è stato gioco facile recuperare indizi sulla loro rinnovata attività illecita. Sette gli arresti eseguiti, una sola persona costretta all’obbligo di firma e ben quaranta indagati a piede libero.

Gli agenti della stradale hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dalla Procura di Latina al termine di un’accurata indagine. Per gli arrestati le accuse sono gravi: falsificazione di documenti, riciclaggio di veicoli e truffe ai danni di compagnie assicurative e finanziarie. A capo della banda, già arrestata nel marzo 2011 e poi scarcerata, vi era un uomo di Nettuno, al quale era affidato il compito di documentare la falsa immatricolazione di automobili inesistenti, rubate o destinate a mercati esteri.

L’immatricolazione avveniva grazie alla produzione di falsi certificati di conformità, su cui venivano trascritti numeri di telaio di vetture inesistenti che successivamente venivano presentati agli uffici pubblici competenti, i quali provvedevano a rilasciare targhe e documenti di circolazione originali. In alternativa, i falsi certificati di conformità venivano ottenuti presso gli uffici dell’equivalente motorizzazione civile in Germania, così da ottenere una documentazione estera originale, da poter poi nazionalizzare in piena regola.

“Un terzo modus operandi - spiega la polizia stradale in una nota stampa - consisteva nell’esibire sempre in Germania, documentazione di circolazione italiana, provento di delitto o falsificata, su cui venivano apposti dati relativi a veicoli prodotti per mercati extra UE. Al fine di evitare la riconducibilità di tale operazione ai reali richiedenti, veniva utilizzata un identità fittizia e prodotto in copia un documento di identità falso, unitamente alle altre documentazioni, sempre false, idonee ad ottenere l’immatricolazione o l’intestazione in Germania dei predetti veicoli. La procedura sopra indicata, oltre a consentire la creazione di veicoli esistenti solo sulla carta, in alcuni casi, come dimostrato dai veicoli sequestrati nel corso dell’indagine, ha permesso all’organizzazione di riciclare veicoli compendio di furto a cui veniva contraffatto il numero di telaio e gli altri dati identificativi”.

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