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Tar di Latina, inaugurato l’anno giudiziario. Ma il futuro è sempre più a rischio

Si è concentrata sul rischio di vedere soppressa la sede distaccata di via Doria la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario del Tar di Latina. Il presidente Taglienti ha spiegato così i motivi per cui andrebbe mantenuta

Si è tenuta questa mattina nella sede di via Doria l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar di Latina. Un clima di incertezza sul futuro della stessa sede distaccata pontina, tra le 22 sedi distaccate che potrebbero essere chiuse dal Governo entro il primo luglio del 2015, se non arriverà nel frattempo un piano di riforma della giustizia amministrativa.

E proprio sul futuro della sede pontina del Tar che si concentra parte della cerimonia con il neo presidente Carlo Taglienti che ha illustra i numeri di una sede distaccata come quella pontina che nel 2014 ha visto i ricorsi aumentare di circa il 6% dopo anni di trend negativo

Edilizia e urbanistica le due materie che hanno maggiormente assorbito l’impegno giurisdizionale del Tre di Latina. Capitolo a parte, poi quello degli appalti che pone l’accento sull’aumentato fenomeno, anche a livello nazionale, delle infiltrazioni della criminalità organizzata e sull’importanza in questo senso di un “filtro costituito da un giudice amministrativo che pur non avendo specifica funzione anticorruzione può tuttavia intervenire nel merito della legittimità e regolarità della gara”.

Ma come detto il cuore della cerimonia è stata la riflessione sul futuro della sede distaccata del Tar di Latina con il presidente Taglienti che si è soffermato sulle ragioni per cui non dovrebbe essere soppressa, per non arrecare un danno al territorio e soprattutto ai cittadini.

COLLOCAZIONE E BACINO DI UTENZA - La sezione distaccata del Tar di Latina, è nata essenzialmente per decongestionare il grosso afflusso di ricorsi che c’è alla sede di Roma - che, accentra anche le competenze relative alle amministrazioni centrali dello Stato - e oggi raccoglie il numeroso contenzioso di tutta la zona sud del Lazio, compresa tra Latina e Frosinone - con numerosi tribunali anche regionali che raccolgono un bacino di utenza anche inferiore -.

CARICO DI LAVORO - Stesso discorso vale anche per il carico di lavoro della sede del Tar di Latina che risulta superiore a quello di molti tribunali e di poco inferiore a quello di una sezione del Tar del Lazio sede di Roma. I ricorsi tra il 2013 e il 2014 a Latina sono aumentati del 6% e appare chiaro, spiega Taglienti nella sua relazione, “come un ulteriore carico di lavoro sulla sede di Roma diventerebbe insopportabile”.

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I COSTI DI SPESA - Riforme come quella in atto, ha spiegato il presidente, hanno come scopo fondamentale il risparmio di spesa, ma nel caso specifico, e in riferimento a Latina questa motivazione sembra non reggere. “Questa sede - spiega Taglienti - è di proprietà demaniale, concessa ad uso gratuito dall’Agenzia del Demanio dal 1998, e di conseguenza la giustizia amministrativa non paga nulla di affitto. L’unica spesa è costituita dal costo annuale di gestione ordinaria che ammonta a circa 50mila euro mentre il costo complessivo per sostenere le spese di trasferimento si aggira intorno ai 120-130mila euro”. Appare chiaro a questo punto come la ragione del risparmio di spesa nel caso della sezione distaccata pontina del Tar venga decisamente a cadere.

A tutto questo, scrive Taglienti nella sua relazione, “deve anche valutarsi che la legge 205 del 2000 ha introdotto un importante principio caratteristico della giustizia amministrativa, consistente nell’autonomia finanziaria organizzativa. E’ previsto infatti che il Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa provveda all’autonoma gestione delle spese di Consiglio di Stato e Tribinali, nei limiti di un fondo annualmente erogato dal Ministero dell’Economia; inoltre sempre il Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa disciplina l’organizzazione, il funzionamento e la gestione delle spese del complesso Consiglio di Stato Tar. E’ quindi nell’erogazione del fondo che lo Stato valuta le compatibilità di bilancio e nell’ambito delle disponibilità assegnate è poi l’Organo di autogoverno che valuta le priorità delle spese”.

Questo significa, che, prosegue Taglienti, “un risparmio di 50mila euro potrebbe essere agevolmente operato senza soluzioni traumatiche” con il Governo, in sostanza, che avrebbe potuto toccare quel fondo concesso annualmente e non arrivando alla soppressione di una sede distaccata.

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