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Cronaca Maenza

Fuoco per ottenere aree per il pascolo, in manette un 32enne di Maenza

La Forestale han arrestato il presunto autore di due incendi boschivi: fondamentale per le indagini, le tracce di dna sugli inneschi e le testimonianze che indicavano la presenza della sua auto sul posto

L’incrocio tre le tracce di dna isolate sugli ordigni e le testimonianze che indicavano la sua auto nei pressi delle aree incendiate. Questi gli elementi centrali del quadro probatorio che hanno portato gli uomini dei comandi stazione di Latine e Priverno e quelli del Nipaf a individuare il presunto autore degli incendi che lo scorso anno divorarono in totale circa 60 ettari di terreno a Maenza.

L’arresto di R. F., 32 anni, è stato effettuato questa mattina su disposizione del giudice per le indagini preliminari Laura Matilde Campoli, su richiesta del sostituto procuratore Valerio De Luca. Secondo quanto contestato, sarebbe responsabile di due incendi boschivi: uno consumato il 3 luglio e un secondo il 14 agosto dello scorso anno, entrambi in località Le Rose, a Maenza. Il giovane si trova ai domiciliari.

Secondo gli inquirenti, il movente sarebbe legato all’attività portata avanti dall’indagato che avrebbe voluto a sua disposizione altre superfici dove poter far pascolare i suoi bovini. Diversi anni fa anche il fratello era finito in manette per gli stessi reati.

Decisivo per l'attività investigativa il rinvenimento nelle aree date alle fiamme di due ordigni costituiti da un fascio di fiammiferi tenuti insieme mediante nastro adesivo.

"L’attività investigativa ha messo in evidenza una “strategia”, che denota una pianificazione accurata del nucleo familiare in ordine a questo tipo di attività criminale" spiegano dalla Forestale.

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