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Cronaca

IL CASO - Assegni postdatati poi smarriti: le verità del Latina Calcio

In seguito alle indiscrezioni circolate sull'apertura di un'inchiesta nei confronti della società pontina, la dirigenza ha convocato una conferenza per fare chiarezza

Alla vigili di una partita delicata come quella contro i capolista dell’Avellino, il Latina Calcio si trova a dover concentrare la sua attenzione su quanto accade all’esterno del campo di gioco.

Sulle colonne del quotidiano locale Latina Oggi, questa mattina era riportata la notizia di un’inchiesta avviata dalla Procura proprio nei confronti della società di piazzale Prampolini che riguardava una serie di assegni postdatati e poi smarriti.

Secondo quanto riportato dal quotidiano, alla fine della scorsa stagione, il Latina Calcio, avrebbe emesso degli assegni postdatati per saldare i conti con giocatori e staff tecnico che potevano essere riscossi a partire dall’autunno 2012. Ma, pare, che nel momento in cui sono stati messi all'incasso sarebbero stati respinti dalla banca, in quanto risultavano smarriti, dato che qualcuno della società aveva già presentato una denuncia di smarrimento.

E proprio questa mattina, per fare chiarezza su quello che è stato definito “un polverone inutile quanto infondato”, la stessa società Latina Calcio ha indetto una conferenza stampa presso la sala stampa “Amadio” dello stadio “Francioni”. A prendere la parola i due vice-presidenti della società pontina, l’onorevole Pasquale Maietta e l’avvocato Fabrizio Colletti, insieme al rappresentante legale del club, l’avvocato Giacomo Mignano.

PASQUALE MAIETTA – “Il motivo per cui abbiamo deciso di organizzare questa conferenza stampa è soltanto perché ci siamo sentiti in dovere nei confronti della città e dei nostri tifosi di fare chiarezza riguardo a ciò che è accaduto. Il taglio che è stato dato all’articolo, infatti, può lasciar trasparire che la società stia attraversando chissà quale tipo di difficoltà. Purtroppo, e lo dico non senza un pizzico di rammarico, ancora una volta alcune componenti di questa città hanno pensato bene di attaccare una realtà sana e trasparente qual è il Latina Calcio. Preciso che noi come dirigenza ci troviamo a rappresentare un patrimonio che non è nostro ma di tutta la città. E credo quindi che la città stessa, in tutte le proprie espressioni, debba sentirsi in qualche modo in dovere di tutelare questo patrimonio. Se noi facciamo bene, se la società fa bene, ne guadagna il prestigio dell’intera comunità. Un rammarico che cresce ancora di più perché, guarda caso, si tenta di minare l’armonia che regna in questo club proprio in un momento particolare della stagione. Purtroppo, vivendo da vicino questa realtà, sono anche avvezzo a certe situazioni. Già ci siamo trovati a difenderci altre volte da attacchi frontali e infondati. E siamo qui ancora una volta a fare chiarezza e a far capire a tutti qual è la verità. La nuova società capeggiata a Paola Cavicchi, come tutti sanno, è subentrata in estate ereditando una situazione amministrativo-economica disastrosa. Tutti sanno le difficoltà che c’erano e che ci portarono addirittura alla non iscrizione nei tempi corretti che ci è costata un punto di penalizzazione in classifica. Ma adesso affermo con tranquillità che l’attuale situazione non ha nulla a che vedere con quanto scritto dal quotidiano locale. A testimonianza di ciò basti pensare che uno dei personaggi citati nell’artico è Stefano Sanderra, il nostro attuale allenatore che non credo sarebbe tornato con noi se avesse avuto ancora delle pendenze e delle situazioni in bilico. Il fatto è semplice: una volta insediato il nuovo consiglio di amministrazione, questo non ha trovato dei blocchetti degli assegni emessi all’interno dei fascicoli. Logica conseguenza, il consiglio di amministrazione ha subito esposto una regolare denuncia ma allo stesso tempo è risalita a tutti i possessori di tali assegni corrispondendo gli emolumenti. Per chiudere la questione basti dire che per ogni assegno esiste una liberatoria che ci lascia completamente tranquilli. Non esiste nessuno, oggi, che sia fornitore, collaboratore o giocatore che ad oggi possa affermare di avanzare un euro dal Latina Calcio. Adesso ognuno faccia le proprie considerazioni sul perché sia stato creato tutto questo polverone”.

FABRIZIO COLLETTI - “Per ogni assegno c’è una corrispondete liberatoria. E già questo basta per smontare qualsiasi tipo di attacco alla società attuale. La nuova società per un concetto di trasparenza che ha sempre contraddistinto l’operato di questo Latina, ha fatto partire la denuncia e l’apertura del fascicolo. Senza addentrarci in cavilli legali possiamo affermare addirittura che l’attuale dirigenza può considerarsi parte lesa. Quello che possiamo dire è che questo non scalfirà in alcun modo la nostra voglia di continuare a dare tutto, sotto ogni punto di vista, per il progetto Latina Calcio. Abbiamo parlato con la squadra, ma soltanto per fornire ai ragazzi una giusta e logica spiegazione. Il gruppo non è stato per nulla intaccato e regna l’armonia. Ora non ci rimane che invitare a gran voce, ancora una volta, tutta la comunità a remare nella medesima direzione. Noi siamo sereni, perché, come recita un vecchio proverbio: male non fare, paura non avere”,

GIACOMO MIGNANO – “Il fatto è semplice. Quando si è insediata la società presieduta da Paola Cavicchi la banca ha chiamato rendendo noto la presenza di 40 assegni ancora non rientrati. Qualsiasi banca lo avrebbe fatto. La Cavicchi, una volta constatato l’assenza dei blocchetti degli assegni, si reca in banca dove, come sarebbe accaduto per qualsiasi altro cittadino, le viene consigliato di presentare un regolare esposto in Procura. Una volta risaliti all’assegno, se c’è una causale questo viene pagato, altrimenti no. Nell’articolo si parla addirittura di indagini. Sottolineamo che non c’è alcuno indagato ma solo un fascicolo aperto, come sarebbe successo anche per qualsiasi altro cittadino che incappasse in una simile situazione”

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