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Incidenti stradali Latina Scalo / Via della Stazione

Trovato il pirata che uccise Alessia Calvani, è un uomo di 43 anni

L'uomo al termine di un lungo interrogatorio ha confessato tutto e ora risulta indagato: la sera del 2 settembre a bordo di un'auto rubata investì la 15enne deceduta qualche ora dopo in ospedale

Dopo oltre un anno di indagini gli uomini della polizia stradale di Latina hanno individuato l’uomo che nella tarda serata del 2 settembre investì e uccise la 15enne Alessia Calvani.

Si tratta di un uomo di 43 anni, E. F. anche lui di Latina Scalo, la stessa frazione del capoluogo pontino in cui viveva la giovane studentessa. L’uomo al termine di 12 ore di interrogatorio è crollato e questa notte ha confessato tutto; piena confessione che poi, questa mattina è stata resa anche davanti al sostituto procuratore Gregorio Capasso, titolare dell’indagine.

È quindi lui che, dopo aver rubato la Mercedes Classe A – circa 10 minuti prima dell’investimento –, mentre percorreva via della Stazione per lasciare Latina Scalo ha travolto la ragazzina mentre attraversava la strada. L’auto, che ancora non è stata trovata, la sera stessa dell’incidente è stata poi abbandonata nelle campagne fino al mattino successivo, giusto il tempo per organizzare le operazioni per farla sparire.

L’uomo dal canto suo, in questi 13 mesi ha sempre vissuto a Latina Scalo, a pochi passi dal luogo della tragedia e dall’abitazione della stessa Alessia Calvani.

La svolta nelle indagini, andate avanti senza sosta dal 2 settembre del 2013, come spiegato dal comandante della polizia stradale di Latina, Francesco Cipriano, e dal sostituto commissario Igino Pandolfo, è stata fornita proprio dall’auto, la Mercedes rubata, su cui gli investigatori hanno concentrato da subito la loro attenzione. “Non avevamo nulla da cui partire – commentato Cipriano -. Pochi filmati, nessun frammento dell’auto, nessuna testimonianza. Solo l’auto rubata da cui partire”.

“E ora, dopo un anno di indagini siamo riusciti a ricostruire la vicenda completa nei fatti, ma non nelle responsabilità dei soggetti”. Il riferimento è ad almeno altre due persone che secondo gli uomini della polstrada sarebbero a conoscenza di quanto accaduto, che potrebbero aver in qualche modo aiutato il 43enne, e che non hanno mai voluto collaborare. L’uomo, che non è stato arrestato, al momento risulta quindi l’unico indagato.

Nel corso delle indagini – che vanno ancora avanti per fare piena luce sul furto dell’auto e per comprendere la posizione delle altre due persone - sono state analizzate circa 25mila conversazioni telefoniche di utenze agganciate alle celle di Latina Scalo nell'arco temporale dell'incidente, e sentite a verbale circa 200 persone.

Un risultato di grande soddisfazione per gli inquirenti della squadra di polizia giudiziaria della sezione diretta da Francesco Cipriano, coordinati dal sostituto commissario Igino Pandolfo – commentano da via dei Volsini -, soprattutto in considerazione della domanda di giustizia che era stata formulata dalla famiglia della giovane vittima, rappresentata dall’avvocato Federico Bianchi del foro di Roma, e della comunità tutta”.

L'uomo nel 2006 era rimasto coinvolto in un altro incidente stradale, con una vittima ed era stato accusato di omicidio colposo; la patente gli era stata revocata perchè guidava sotto l'effetto di stupefacenti.

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