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Cronaca

Aggressione al poliziotto in Questura, il sindacato Fsp: "Azione intimidatoria ben strutturata"

L'agente ferito nei giorni scorsi con un pugno sul viso. Il sindacato chiede una reazione delle istituzioni

La sera del 13 febbraio un'aggressione in Questura, un agente ferito con un pugno in pieno volto dal componente di una famiglia legata al clan Di Silvio, che protestava davanti agli uffici per alcuni controlli in cui erano incappati due giovani parenti. Sul caso interviene ora la segreteria del sindacato Fsp polizia di Stato.

"Vogliamo porre l’attenzione sull’episodio accaduto il 13 di febbraio all’ingresso posteriore della Questura di Latina. Il fatto di cronaca lo conosciamo tutti, l’abbiamo letto su tutte le testate giornalistiche dei media locali, ma la nostra preoccupazione è che l’episodio passi come un circoscritto fatto di cronaca e di violenza di un singolo che “ avrebbe perso la testa” - si legge in una nota - No la realtà non è assolutamente questa, è un’azione intimidatoria ben strutturata e diretta agli operatori di polizia; il messaggio che deve passare secondo il loro modus operandi è lo stesso che viene riservato al resto della cittadinanza, cioè “nessuno deve osare sfidarli contrastarli, ribellarsi” e il feedback a tale messaggio arriva forte e chiaro, perché mentre per altre notizie di cronaca diffuse sul social media “Facebook” dalle testate giornalistiche locali i commenti arrivano copiosi e decisi, quando si tratta del clan Di Silvio e parenti o affini, i messaggi di reazione sono decisamente pochi e contenuti, segno tangibile di un timore che è penetrato nel tessuto sociale di questa città, ed è proprio per questo che la reazione del clan è stata quella della sfida aperta ad un episodio di per sé banale".

Il sindacato chiarisce che si trattava in realtà di un normale controllo di polizia che avrebbe avuto come eventuale epilogo la contestazione di violazioni al Codice della Strada, ma la reazione è stata smisurata. I due giovani erano stati infatti fermati poco prima a bordo di un'auto in viale Kennedy perché la vettura procedeva a velocità elevata. Il conducente non aveva con sé tutti i documenti mentre il passeggero era mnorenne. Il controllo è stato dunque effettuato in Questura in attesa che i familiari portassero i documenti richiesti ma poco dopo un capannello di persone ha raggiunto la porta carraia posteriore protestando contro gli agenti, fino all'aggressione e all'arresto di Cesare De Rosa, 26 anni. "Il fine è quello di far arrivare il messaggio che “neanche la polizia si deve permettere di toccarci” - prosegue la nota del sindacato Fsp - Così la cittadinanza già sufficientemente intimorita possa dire “ se fanno questo a chi dovrebbe tutelarci…”. E’ proprio per questo che auspichiamo una reazione decisa dei vertici istituzionali con il Questore in testa e una punizione esemplare nei confronti di chi non si macchia di una semplice aggressione, ma utilizza un metodo di chiara matrice mafiosa, considerato come si è sviluppata l’intera vicenda. Concludiamo esprimendo la nostra solidarietà nei confronti del collega vittima della vile aggressione, auspicando che l’episodio non rimanga confinato in un “episodio come tanti” perché non lo è, e non accettiamo che nessuno possa riuscire a farlo passare come tale". 

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