Delfino morto sulla spiaggia di Latina, l'allarme del Wwf: "Bloccata la procedura di recupero"
La segnalazione arrivata nei giorni scorsi, ma la carcassa è rimasta sulla spiaggia in decomposizione
Sono due i casi di delfini morti sulle spiagge del Lazio, uno il 28 ritrovato sul litorale di Latina, l'altro ad Ardea. A lanciare l'allarme è il Wwf del litorale laziale, per voce della vicepresidente Franca Maragoni. "Sul caso di Rio Martino e sull'altro, avvenuti a brevissima distanza, non si potrà fare luce sulle cause della morte - spiega Maragoni - La nostra associazione è stata coinvolta fin dal primo momento, come pure quello del delfino spiaggiato a Fondi mesi fa; ci siamo subito attivati conoscendo quella che è la procedura e quali sono gli organi competenti coinvolti in questi casi; abbiamo fatto la segnalazione, parlato personalmente con i responsabili, abbiamo avuto assicurazione sulla buona riuscita dell’operazione di recupero e indagini ma abbiamo avuto purtroppo anche la conferma che invece tutto si è bloccato".
Il delfino è insomma rimasto lì dove lo hanno visto e fotografato i numerosi cittadini che hanno poi inviato le segnalazioni al Wwf. "Se la corrente non l’ha portato via si decomporrà fino a che non lo preleveranno per smaltirlo come un rifiuto speciale - continua - così almeno è la procedura per le carcasse di animali. Noi non sappiamo di chi siano le responsabilità e dove si è bloccata tutta la procedura che, ne siamo sicuri, era stata avviata ed era a buon punto. Vogliamo solo informare i cittadini di come vanno queste cose. Il rimpallo di responsabilità, lo scaricabarile che potrebbe alimentare una discussione non cambia la sostanza delle cose ed è giusto che i cittadini ne prendano consapevolezza. I delfini sono animali protetti e un episodio come questo dovrebbe allarmare il mondo scientifico anche perché vivono in gruppo e questo forse potrebbe spiegare il numero di morti. A volte questi grossi animali - spiega ancora la vicepresidente del Wwf - muoiono per ingestione di grandi quantità di plastica, a volte si spiaggiano e poi muoiono perché disorientati da inquinamento o patologie, a volte intrappolati nelle reti. Insomma non lo sapremo mai con buona pace della tutela della biodiversità".