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Cronaca

Pestaggi ed estorsioni all'interno del carcere, rinvio a giudizio per Mastracci e Iannarilli

I due sono accusati di avere minacciato e picchiato alcuni detenuti della casa circondariale di Latina per avere soldi, sigarette e altri beni

Sono accusati di avere minacciato e picchiato alcuni detenuti all’interno del carcere di Latina per farsi consegnare denaro, sigarette e altri beni. Per Gianfranco Mastracci e Francesco Iannarilli è stato disposto questa mattina il rinvio a giudizio per estorsione, accusa della quale dovranno rispondere nel processo che prenderà il via il 19 febbraio del prossimo anno.

I fatti oggetto del procedimento risalgono al 2018 quando entrambi gli imputati, entrambi coinvolti in una serie di indagini della Direzione distrettuale antimafia di Roma quali componenti del clan Di Silvio, erano detenuti presso la casa circondariale di via Aspromonte. Secondo l’accusa i due avrebbero tirato una testata ad un altro detenuto per costringerlo ad acquistare una stecca di sigarette poi si sarebbero resi protagonisti di altre violenze e minacce chiedendo denaro – 500 euro in contanti e in alcuni casi versamenti con vaglia postale – o altri beni come un lettore cd. Beni e denaro in molti casi dovevano essere consegnati ai familiari. Nell’udienza di questa mattina il pubblico ministero Simona Gentile ha chiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario per entrambi, assistiti dagli avvocati Alessia Vita, Sandro Marcheselli e Virginia Ricci, il rinvio a giudizio.

Gianfranco Mastracci è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta ‘Alba Pontina’ e condannato in secondo grado a tre anni e quattro mesi. Francesco Iannarilli è stato arrestato l’ultima volta a giugno dello scorso anno in un’inchiesta sulla famiglia Ciarelli ai cui componenti veniva contestato tra l’altro di gestire una forma di protezione dei detenuti in carcere, pretendendo denaro contro eventuali violenze o ritorsioni.

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