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Cronaca

Trasfusioni con sangue infetto al Goretti: dopo 33 anni dalla morte maxi risarcimento agli eredi

Il giudice ha riconosciuto un risarcimento di 2 milioni e 400mila euro alla famiglia di un uomo di Latina deceduto nel 1986

E' morto 33 anni fa per una cirrosi al fegato. E oggi agli eredi è stato riconosciuto un risarcimento pari a 2 milioni e 400mila euro. Il Tribunale di Roma, con una sentenza emessa il 4 luglio, ha accertato che il decesso di un uomo di Latina avvenuto nel 1986 è la conseguenza immediata e diretta di numerose sacche di sangue infetto somministrate nel 1973 presso l'Ospedale Goretti.

L'avvocato Renato Mattarelli, che ha assistito la famiglia dell'uomo morto all'età di 74 anni, ha ricostruito la vicenda clinica del paziente che era stato trasfuso nel capoluogo riuscendo a dimostrare il nesso causale fra le trasfusioni di sangue infette dell'epatite B con il decesso dell'uomo. Una causa che ha presentato non poche difficoltà tanto che, nella sentenza, il giudice Lilia Papoff scrive che l'azione giudiziaria è stata di “...particolare complessità tecnica...e dell'esito incerto...”.

Fra i problemi sollevati quella della prescizione del diritto al risarcimento agli eredi, visto che quando è stata iniziata la causa nel 2014 erano trascorsi quasi 30 anni dalla morte dell'uomo. Il nodo era relativo allo smarrimento e al successivo ritrovamento di alcune cartelle cliniche di una casa di cura privata di Latina che ha intralciato la ricostruzione della vicenda clinica del paziente. L'avvocato Mattarelli ha dimostrato però che l'assenza di alcune cartelle cliniche e l'assenza di conoscenze scientifiche sulle epatite B non potevano né dovevano ostacolare la condanna del Ministero della Salute per la mancata vigilanza sulle trasfusioni di sangue del Goretti di Latina.

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