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Cronaca

Operazione Smokin' Fields, rifiuti speciali nelle discariche abusive: sigilli alla Sep di Pontinia

Traffico illecito di rifiuti: si è conclusa l'operazione Smokin' Fields: 23 indagati, sequestro per equivalente di oltre un milione di euro

Tre aziende sequestrate, due in provincia di Latina e una a Roma, insieme a una discarica, quattro appezzamenti di terreno (due a Pontinia e due a Roma) e 10 mezzi tra autocarri, trattori, semirimorchi ed escavatori. E' l'esito della vasta operazione condotta questa mattina dai carabinieri forestali dei gruppi di Latina, Roma, Frosinone, Napoli e Salerno e dal compartimento di polizia stradale di Aprilia, con l'apporto tecnico del raggruppamento aeromobili dei carabinieri di Pratica di mare e il reparto volo della polzia di Stato di Roma. 

Il sequestro di beni

Nell'ambito dell'operazione denominata "Smokin' Fields" è scattato anche il sequestro preventivo per equivalente del profitto del reato di traffico illecito di rifiuti, pari a oltre 1 milione di euro a carico di 23 indagati. Sei le perquisizioni eseguite, sia domiciliari sia presso laboratori di analisi delle province di Roma, Frosinone e Napoli. 

I reati e gli indagati

I reati contestati agli indagati sono, a vario titolo, di concorso in traffico illecito di rifiuti, falso ideologico in atto pubblico nella predisposizione di certificati di analisi, abbandono di rifiuti e discarica abusiva, intralcio all'attività di vigilanza e controllo ambientale. Per le aziende inoltre viene contestato l’illecito amministrativo da reato, in quanto il reato di traffico illecito di rifiuti è stato commesso nell’interesse e a vantaggio delle società coinvolte. 

Le indagini partite dagli esposti contro la Sep

L’attività investigativa, iniziata a partire dal 2014, è scaturita dai continui esposti di numerosi comitati presenti nel comune di Pontinia per l’emissione di miasmi maleodoranti provenienti, in particolare, da un’azienda produttrice di compost, la Sep. Le indagini sono state condotte per mesi, in maniera coordinata, da polizia stradale di Aprilia e Nucleo Investigativo di polizia ambientale forestale Nipaaf, del gruppo di Latina, con sopralluoghi e servizi sul territorio corredati da rilievi fotografici e con ricorso anche a penetranti strumenti tecnologici quali videoriprese da elicottero con telecamere di rilevazione geotermica, intercettazioni telefoniche e ambientali, localizzazione di autoveicoli e telefoni cellulari con sistemi di rilevamento satellitare.

Gli accertamenti iniziali hanno permesso di appurare che il materiale prodotto dall’azienda non poteva qualificarsi come compost bensì come rifiuto. Da  numerosi campionamenti effettuati da strutture pubbliche quale l’Arpa Lazio di Latina, è stato inoltre possibile riscontrare il superamento di diversi parametri previsti dalla normativa di settore, inerente al corretto utilizzo di fertilizzanti e prodotti affini.

Gli sversamenti da Pontinia a Roma

Si è potuto così constatare che il materiale prodotto dalla società di Pontinia veniva sversato in terreni non solo in zone vicine all’azienda stessa ma anche in terreni della provincia di Roma. Il compost, che in realtà non poteva classificarsi come tale, veniva in gran parte interrato in una discarica della provincia di Roma, proprio al fine di nascondere la cattiva qualità del prodotto.   

I profitti illeciti

"Tutti gli indagati, nelle diverse qualifiche di amministratori, dipendenti delle società e autisti di mezzi, proprietari dei terreni dove veniva sversato il compost, al fine di conseguire un ingiusto profitto, attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, nel periodo compreso tra il 2014 e ottobre del 2018,  gestivano abusivamente ingenti quantitativi (non inferiori a 57.577.500 tonnellate) di rifiuti speciali e percolato, trasportando, cedendo e abbancando i rifiuti in più terreni trasformati in discariche abusive, ottenendo così un risparmio di spesa valutabile in euro 1.013.489,21 limitatamente alla quota pari a 7.980,23 tonnellate di compost prodotto e campionato dall'Arpa.. L’impianto della società di Pontinia, formalmente autorizzato al recupero di rifiuti mediante produzione di “compost di qualità” produceva dunque stabilmente ingenti quantitativi di rifiuto non conforme e che avrebbe dovuto essere smaltito in una discarica autorizzata. Sono almeno 55 gli sversamenti di compost fuori specifica e percolato accertati nel corso delle indagini e provenienti dalla società di Pontinia.

Le altre società sequestrate

Le altre società sequestrate sono aziende che svolgono rispettivamente la gestione di alcune fasi della lavorazione del materiale in ingresso proveniente dalla raccolta differenziata dei comuni e la ditta che gestisce i trasporti, i mezzi che effettuano movimenti dall’impianto di Pontinia alla discarica romana. L’operazione, denominata “smokin’ fields” deriva dal fatto che i terreni sui quali veniva effettuato lo sversamento del compost, letteralmente “fumavano”, segno evidente di una mancata maturazione del materiale, che invece continuava a fermentare in corso d’opera, contravvenendo in tal modo ai più elementari principi di rispetto dell’ambiente, a cui si sarebbero dovuti attenere i responsabili degli impianti sequestrati.

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