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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Rapporto di Libera, è sempre più allarme “quinta mafia” a Latina

Secondo il resoconto dell'associazione sono sempre più allarmanti i dati di infiltrazioni camorristiche nel capoluogo, ottavo a livello nazionale per reati accertati contro l'ambiente

Libera la chiama “Quinta mafia”, quella che nasce e si sviluppa nel Lazio intorno agli anni Settanta come derivazione delle mafie tradizonali, Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta. Ma poi si evolve, cambia pelle, si modifica e da semplice propaggine delle più grandi organizzazioni criminali diventa una vera e propria realtà autonoma profondamente radicata nel territorio, pronta ad espandersi come una piovra anche grazie alle figure deviate della politica e dell’amministrazione locale.

E proprio di “mafia” si è più volte sentito parlare in questi giorni dopo l’attentato subito da Libera al Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino. Un gesto chiaro, un intimidazione verso chi ogni giorno combatte contro la criminalità organizzata, operando proprio su un territorio confiscato ad un’organizzazione mafiosa per abusivismo edilizio; un’azione che colpisce, che lascia di stucco ma che ormai non dovrebbe più stupire un territorio sempre più sconvolto dall’onda della criminalità organizzata.

E sono i dati a parlare, come quelli comunicati da Libera, e pubblicati nei giorni scorsi su Repubblica.it, riguardo le infiltrazioni mafiose nella regione laziale. Da luglio 2010 a luglio 2011 sarebbero stati sequestrati e confiscati beni mafiosi per 330 milioni di euro. Al 1 ottobre 2011 nel Lazio sono complessivamente 517 i beni confiscati alle mafie, di cui 404 immobili e 113 aziende. Soprattutto questo dato assume un peso importante visto che le aziende sottratte ai boss rappresentano l'8% del totale nazionale segno che il Lazio è terra di investimenti e riciclaggio. E Latina che ruolo gioca all’interno del panorama laziale?

Legambiente, nel suo rapporto Ecomafia redatto nel luglio di quest’anno la definisce “un caso nazionale”. L’attenzione è tutta concentrata sulle illegalità ambientali, le speculazioni, sull’abusivismo edilizio, gli incendi dolosi e il ciclo dei rifiuti. Il rapporto di Legambiente mette in luce come nel Lazio nel 2010 sono state 3124 le infrazioni accertate contro l'ambiente, alla media di oltre otto reati al giorno, con 2011 persone denunciate o arrestate e 751 sequestri effettuati. La Provincia di Roma è la maglia nera a livello nazionale per le province con 1750 infrazioni accertate, ottava la Provincia di Latina con 735 infrazioni accertate.

Ma i  dati più allarmanti sono quelli relativi al cosiddetto “ciclo del cemento”, cioè a quello che comunemente è conosciuto come abusivismo edilizio. Latina, con le sue 264 infrazioni accertate, 310 persone denunciate e 108 perquisizioni effettuate  si posiziona al quarto posto su scala nazionale, ma è quella a pesare di più a livello regionale con il suo 36% di reati. Ancora una volta il settore dell’edilizia sembra quello più colpito rispetto alle altre città d’Italia. Sperlonga, Fondi, Terracina, San Felice, Sabaudia ma anche il comune dio Latina sono le località che si mettono in evidenza per le maggiori denunce da parte di forze dell’ordine, associazioni, politici e liberi cittadini.

"Oggi la Quinta mafia dal radicamento - denuncia Antonio Turri di Libera - è nella fase della contaminazione di persone e settori dell'economia e della politica locale e della criminalità autoctona. Le mafie nei nuovi territori, dapprima investono, poi tendono a contaminare. Creano metastasi. Si diffondono, corrompe lentamente. In silenzio. Il pericolo è rappresentato da un sistema di criminalità economica che contamina anche i territori dal punto di vista sociale e culturale".

Intanto per oggi è confermata la fiaccolata di solidarietà a Libera per l’atto vandalico subito al Villaggio della Legalità. L’appuntamento è alle 18.30 in piazza del Popolo.

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