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Cronaca San Felice Circeo

Massacro del Circeo, si riapre il caso: disposta riesumazione della salma di Ghira

Dopo circa 40 anni si riapre il caso: a Procura della Repubblica di Roma, infatti, ha la riesumazione della salma di Andra Ghira per effettuare una nuova analisi del Dna dopo quella già effettuata nel 2005

Dopo circa 40 anni si riapre il caso tragicamente noto come il “massacro del Circeo”: la Procura della Repubblica di Roma, infatti, ha la riesumazione della salma di Andra Ghira.

A renderlo noto la trasmissione televisiva di RaiTre “Chi l’ha visto?”.

La decisione della Procura di riesumare la salma di Andrea Ghira, sepolto come Maximo Testa De Andres nel cimitero di Melilla (Spagna), per effettuare una nuova analisi del Dna dopo quella già effettuata nel 2005 e verificare se si tratti proprio di lui. La sua sepoltura venne alla luce nel 2005, al culmine di una inchiesta di “Chi l'ha visto?” sulla lunga latitanza dell'unico dei tre massacratori di Rosaria Lopez e Donatella Colasanti sempre sfuggito al carcere.

“Oltre al legale della famiglia Lopez, avvocato Stefano Chiriatti, autore dell’esposto accolto dai magistrati- spigano dalla trasmissione di RaiTre -, sono in Spagna la sua consulente genetica Marina Baldi e i professori Giuseppe Novelli e Giovanni Arcudi designati dalla Procura”.

Il massacro del Circeo avvenne tra il 29 e il 30 settembre del 1975 quando Ghira, assieme a Angelo Izzo e Gianni Guido, dopo aver invitato le due giovani Donatella Colasanti e Rosaria Lopez nella villa di famiglia al mare a San Felice Circeo le sequestrarono, violentarono e torturano. Rosaria Lopez morì, mentre la Colasanti, fingendosi morta, è riuscita miracolosamente a mettersi in salvo. Entrambe furono poi rinchiuse nel bagagliaio di un’auto

Ghira, l’unico dei tre a sfuggire alla giustizia, sarebbe morto nel '94 in Spagna e sarebbe stato sepolto nel cimitero di Melilla sotto falso nome dopo essersi arruolato nella legione straniera.

Nel 2005 la Procura di Roma dispose la riesumazione della salma per effettuare la comparazione del Dna e il suo cadavere identificato. I familiari delle vittime hanno però contestato le conclusioni della perizia, sostenendo che le ossa sarebbero quelle di un parente di Ghira. Ora la nuova decisione della Procura capitolina. 
 

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