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Cronaca Centro / Piazza del Popolo

Caso Elvira Battisti, le precisazioni del Segretariato Sociale

Dopo la polemica sulla vicenda della donna deceduta e rimasta per 24 ore in casa, in cui più volte sarebbe stato chiamato in causa anche il Comune, il Servizio ha voluto fare chiarezza

La vicenda ha fatto molto parlare, e più volte l’assessorato ai servizi sociali del Comune di Latina è stato chiamato in causa. Ci riferiamo al caso di Elvira Battisti, la signora di 46 anni deceduta e il cui corpo è rimasto dentro casa per le successive 24 ore.

Il figlio ha raccontato di essersi recato presso gli uffici del Comune per chiedere aiuto: lui, disoccupato, non poteva permettersi di pagare il funerale. Stando alle sue parole da parte dei dipendenti dell’assessorato ai Servizi Sociali avrebbe trovato un muro: “Torna domani” gli avrebbero detto.

Ora a quasi 72 ore dalla vicenda che ha tenuto viva l’attenzione dell’opinione pubblica il Comune è voluto intervenire con un comunicato attraverso cui fare chiarezza una volta per tutte, grazie a quanto riferito delle assistenti sociali, per quanto di loro competenza, sui fatti accaduti presso il Servizio di segretariato sociale, gestito dalla Ninfea Cooperativa sociale, lo scorso lunedì 05 dicembre.

Nel comunicato si legge che Paolo Pisa si sarebbe recato in tarda mattinata presso lo sportello di segretariato sociale di Latina dove è stato accolto da una mediatrice culturale che lo ha indirizzato presso un’assistente sociale. “Durante il colloquio l’utente ha chiesto esclusivamente informazioni relativamente alla possibilità di ricevere un contributo per le spese funerarie. Una volta rilevato il bisogno, l’assistente sociale, verso la quale comunque l’utente non ha manifestato la particolare urgenza e gravità circa la sua situazione, lo ha indirizzato ad una sua collega, che, secondo l’organizzazione interna del servizio, se ne sarebbe fatta carico (il servizio è infatti strutturato, su indicazione delle Referenti comunali, in maniera tale che le assistenti sociali ricevono gli utenti ed attivano gli interventi in base alla lettera iniziale del cognome)”.

L’assistente sociale preposto, quella mattina ha iniziato i colloqui alle 10.30 dopo essersi liberata da un’emergenza, ricevendo le persone in attesa, tra le quali non si sarebbe presentato il signor Pisa. “È  necessario sottolineare che una mediatrice culturale, collaboratrice presso lo sportello grazie ad un progetto comunale, ha riferito che il signor Pisa dopo pochi minuti, vista il numero di persone che attendeva di parlare con l’assistente sociale Colella, ha detto che sarebbe tornato più tardi”.

“Si sottolinea, inoltre, che per i casi di emergenza sociale c’è sempre stata la massima disponibilità da parte del Servizio ad accogliere ed ascoltare l’utenza, anche al di fuori dell’orario di lavoro - si legge nella nota del Comune -. È necessario anche sottolineare che le assistenti sociali della Cooperativa Ninfea non hanno assolutamente rinviato l’utente al giorno successivo. Queste assistenti sociali nei vari anni di servizio, hanno dimostrato costante impegno, disponibilità e professionalità in centinaia di analoghe situazioni difficili, gestite spesso in emergenza con immediata risposta, e il caso del signor Pisa che non trova assolutamente nessun riscontro di imputate inadempienze da parte delle assistenti sociali in servizio".

“Successivamente a tali fatti, e opportunamente informati, gli uffici comunali, come noto, hanno poi provveduto per quanto di competenza, occupandosi della salma e delle relativa fasi funerarie e di inumazione della stessa”.

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