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Cronaca

Moscardelli prosciolto dal peculato, ma la Procura chiede il giudizio per abuso d'ufficio

Inchiesta sulle spese pazze in Regione. L'unica accusa rimasta per l'ex consigliere riguarda la selezione dei suoi collaboratori. La difesa: "Incarichi fiduciari erano previsti dalla legge"

Era stata archiviata, a suo carico, l’accusa di peculato, per alcune spese elettorali che la Procura giudicava sospette. Ma ora, chiuse le indagini sulle spese pazze alla Regione Lazio, la Procura di Roma chiede il rinvio a giudizio per il senatore del Pd Claudio Moscardelli, indagato insieme ad altri ex consiglieri del gruppo.

L’accusa, nel caso dell’ex consigliere regionale e ora rappresentante pontino in Parlamento, resta di abuso d’ufficio e riguarda presunte irregolarità nella selezione dei propri collaboratori.

Per il pm, negli anni in cui Moscardelli ricoprì la carica di consigliere regionale del Lazio, non era stata effettuata un’adeguata comparazione per la selezione dei candidati ed erano stati conferiti incarichi per prestazioni “prive della natura altamente qualificata”, stipulando invece contratti con persone di volta in volta indicate dal consigliere.

Il legale del senatore, Renato Archidiacono, chiarisce però si trattava inevitabilmente di incarichi fiduciari. Per avvalorare la difesa presenta un parere dell’avvocato Salvatore Bellomia, attualmente docente di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Tor Vergata, in cui si ricostruisce il quadro normativo di riferimento spiegando chiaramente che una legge regionale consentiva collaborazioni fiduciarie con organi politici e che quindi il conferimento di incarichi di diretta collaborazione è “avvenuto nel rispetto della vigente legislazione della Regione Lazio che disciplinava la materia”.

“Il carattere fiduciario della scelta dei collaboratori dei gruppi – spiega in una nota Moscardelli – è tale in tutte le assemblee legislative. A prescindere da ogni altra considerazione, ho agito nella convinzione di rispettare quanto previsto dalla legge regionale. Aggiungo che inizialmente era stato ipotizzato il reato di peculato. Sono state effettuate tutte le indagini e le verifiche delle spese effettuate e all’esito non è stata riscontrata alcuna irregolarità”.

Il senatore ribadisce poi piena fiducia nella magistratura e annuncia una probabile richiesta di rito abbreviato.

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