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Cronaca

Olimpia, Malvaso alla stampa: "Sono pulito, nessun malaffare sull'urbanistica"

L'imprenditore ed ex consigliere di Forza Italia spiega di non aver fatto nulla di male e di non aver mai curato i propri interessi grazie alla politica. Poi si scioglie in un pianto parlando dell'esperienza del carcere

Accanto al suo avvocato Renato Archidiacono, Vincenzo Malvaso, incontra la stampa per spiegare le sue ragioni e il suo ruolo all'interno dell'inchiesta Olimpia. L'imprenditore ed ex consigliere di Forza Italia era stato scarcerato due giorni fa dal tribunale del Riesame che ha annullato l'ordinanza e dunque l'ipotesi dell'associazione e di falso. La posizione contestata a Vincenzo Malvaso riguarda i piani che hanno consentito la realizzazione della palazzina di Borgo Piave.

Attenderemo i 45 giorni per leggere le motivazioni del Riesame – esordisce l'avvocato Archidiacono – ma l'ordinanza che ha portato alla scarcerazione annulla di fatto la sussistenza dei reati. Il che, tradotto, significa che l'ordinanza del Gip era sbagliata”.

Poi è Malvaso stesso a prendere la parola e a dare la sua versione, spiegando di aver agito sempre correttamente e di non aver mai fatto, da politico, i propri interessi.

Sull'urbanistica aggiunge poi che ogni procedura era stata corretta e che l'architetto Campo, che all'epoca gestiva l'urbanistica, era stato l'artefice dei piani. “Era previsto – spiega – che i piani fossero approvati in Giunta. E in una commissione lo approvò anche l'opposizione, perché lo spirito della legge era quello di semplificare”.

Malvaso chiarisce anche i rapporti con l'ex sindaco Di Giorgi e quell'intercettazione, finita nelle carte dell'inchiesta, in cui lui stesso dice che il sindaco “deve rimettere a posto le cose”: “La vicenda con Di Giorgi – dichiara – non è stata mai tranquilla, basti pensare che Forza Italia è entrata in giunta dopo otto mesi. Quando parlavo di rimettere le cose a posto intendevo dire che il sindaco era stato scorretto a puntare il dito contro Forza Italia, doveva ridare dignità al nostro partito. E se veniva tirato per la giacchetta da qualcuno, doveva avere il coraggio di andare a denunciare in Procura”.

Malvaso spiega poi che dalla politica ora si terrà lontano: “Non mi appartiene più – dice – La politica l'ho fatta con passione e serietà ma mi ha portato solo danni. Quella a Borgo Piave era la prima palazzina che facevo a titolo personale, ma a Latina non farò più niente”.

Quanto ai rapporti con Pasquale Maietta: “Ci disse che non dovevamo far cadere il sindaco – spiega Malvaso – Diceva che eravamo servi di Fazzone. Erano minacce politiche”. L'ultimo accenno Malvaso lo ha fatto, tra le lacrime, alla situazione emotiva e all'esperienza del carcere: “Non lo auguro a nessuno. E' stato disumano”.

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