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Cronaca Cisterna di Latina

Omicidio Di Meo, parla il killer: “Ucciso per l’egemonia dello spaccio”

Federico Di Meo fu ucciso il 23 settembre 2013 a Le Castella; ora grazie alle parole del killer, divenuto collaboratore di giustizia, è stato possibile chiarire il movente e dare un nome all'assassino al suo complice e al mandante

Dopo 16 mesi di indagini gli investigatori hanno dato un nome e un volto all’assassino di Federico Di Meo, al suo complice e al mandante dell’omicidio avvenuto il 24 settembre del 2012 a sull’Appia Le Castella, al confine tra Cisterna e Velletri.

La svolta grazie alla confessione di Giancarlo Orsini, il 48enne arrestato a Roma per un altro omicidio e poi divenuto collaboratore di giustizia. Ha raccontato tutto agli inquirenti Orsini, le modalità dell’efferato omicidio del 37enne residente a Cisterna, il mandante, il movente e anche la tariffa con la quale fu ingaggiato: 17mila euro.

Era la mattina del 24 settembre del 2013 quando “Federichetto” - così veniva chiamato Di Meo - viene attirato e ucciso fuori dall’abitazione del padre raggiunto alla testa e al torace da cinque colpi di pistola esplosi da un uomo con il volto travisato da un casco che si trovava su un motociclo insieme ad un complice. Poi la fuga con il 37enne abbandonato in una pozza di sangue.

Ora la svolta con Orsini, esecutore materiale del delitto, che ha confessato di aver pesonalmente assassinato Di Meo; secondo quanto raccontato dal 48enne, il mandante è un albanese, Elvis Demce, residente a Velletri, che volva rafforzare la sua egemonia nello spaccio di cocaina nella zona di Velletri e dei Castelli Romani e per organizzare l’omicidio Orsini si avvalse del supporto di un altro uomo, Carlo Gentile. Al termine delle indagini il cittadino albanese, riconosciuto come il mandante è finito in carcere, è ricercato invece il complice.

TUTTO SULL’OMICIDIO DI MEO, LE INDAGINI E GLI ARRESTI

Con le sue parole, Orsini, “killer di professione” e poi collaboratore di giustizia, ha permesso di fare luce in totale su tre omicidi e tre gambizzazioni avvenute a Roma e nei dintorni tra il giugno 2013 e il gennaio 2014. Nella giornata di ieri polizia e carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei tre omicidi e delle tre gambizzazioni.

TUTTO SUI TRE OMICIDI E LE TRE GAMBIZZAZIONI

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