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Cronaca

Omicidio di Gloria Pompili, la teste: "Aveva paura, venivano picchiati anche i bambini"

La compagna dell'ex marito parla in aula e racconta: costretta a prostituirsi e a consegnare 500 euro la settimana

Nuova udienza questa mattina davanti alla Corte di Assise di Latina del processo per l’omicidio di Gloria Pompili, la giovane morta il 23 agosto 2017 in seguito alle botte ricevute davanti ai suoi bambini di 3 e 5 anni.

Sul banco degli imputati ci sono la zia Loide Del Prete, il marito di quest’ultima, il tunisino Saad Mohamed Elesh Salem e Hady Saad Mohamed, marito della vittima, i primi due accusati di omicidio con le aggravanti di aver agito in presenza dei figli minori della vittima e con particolare crudeltà e tutti e tre di maltrattamenti in famiglia sia sulla ragazza che sui bambini. In aula sono stati ascoltati nuovi testi dell’accusa -rappresentata dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza – tra cui la compagna del primo marito di Gloria e padre dei suoi figli. La donna, che era in buoni rapporti con la vittima, ha raccontato come la vita della ragazza fosse radicalmente cambiata dopo il suo trasferimento presso l’abitazione della zia.

Da quel momento anche le telefonate si erano diradate e negli sporadici incontri Gloria aveva detto di avere paura del marito della zia per lei e per i bambini. Era obbligata anche a consegnare settimanalmente 500 euro frutto del lavoro di prostituta e, sempre secondo il racconto della teste, sia lei che i figli avevano lividi e graffi sul corpo. Infine la donna ha raccontato di avere litigato animatamente più volte con Gloria perché quando andava a prostituirsi c’erano in macchina i suoi bambini insieme alla zia.

Il processo è stato aggiornato al 4 giugno prossimo per l’esame degli imputati. Loide Del Prete ha già fatto sapere che renderà spontanee dichiarazioni.

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