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Cronaca Fondi

Camorra e mafia insieme per il controllo del Mof di Fondi, 20 arresti

Operazione della Dia che ha disvelato il business di camorra e mafia sui maggiori mercati del centro e del sud Italia. Forte (Pd): "Quanto sta emergendo rappresenta un'ulteriore dimostrazione delle presenze criminali nel sud pontino

Ha interessato anche il Mof di Fondi l’operazione della Direzione Investigativa Antimafia impegnata da questa mattina all’alba in una maxi operazione tra Campania, Lazio e Sicilia, che si è conclusa con l’arresto di 20 persone e il sequestro di beni per circa 10 milioni di euro.

Il Centro Operativo Dia di Roma, coadiuvato dalle Articolazioni Dia di Napoli, Salerno, Palermo, Caltanissetta, Catania e Bologna questa mattina ha dato esecuzione alle 20 ordinanze di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Dda nei confronti di soggetti ritenuti responsabili dei reati di associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, estorsione ed altro

In una nota la Direzione investigativa antimafia specifica spiega come l’operazione denominata “Gea” prenda spunto dalle precedenti "Sud Pontino" e "Store" già condotte dalla stessa Dia disvelando “la gestione monopolistica, operata dai "clan" Casalesi e Mallardo con quelli appartenenti a "cosa nostra" catanese, negli approvvigionamenti di prodotti ortofrutticoli e nell'imposizione dei connessi servizi di trasporto da e per i maggiori mercati del centro e del sud Italia”.

Eseguite anche numerose perquisizioni e un decreto di sequestro preventivo riguardante compendi aziendali di 10 società di trasporto per un valore di circa 100 milioni di euro.

CONSIGLIERE DEL PD FORTE - “Un plauso agli investigatori della Direzione investigativa antimafia che nelle ultime ore hanno condotto l’operazione sul sistema di estorsioni al Mof di Fondi, operazione che oltre a mettere fine ad un’associazione criminale consolidata restituisce dignità e speranza a tutti gli operatori di quella struttura che operano in totale trasparenza e legalità” ha commentato il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Forte.

“Quanto sta emergendo da questa indagine - sottolinea Forte - rappresenta un’ulteriore dimostrazione delle presenze criminali nel sud pontino, presenze che condizionano in maniera pesante le attività commerciali del centro attraverso le intimidazioni e le estorsioni nel settore del trasporto della merce con i clan che continuano ad imporre agli operatori  il trasporto della frutta e della verdura con i propri camion. Un sistema collaudato per mantenere il controllo sullo smistamento dell’ortofrutta e di fatto sull’interno Mof. Le indagini che da anni interessano il mercato di Fondi stanno però squarciando il velo su tale organizzazione criminale, un passaggio fondamentale per avviare un percorso difficile ma necessario di ritorno ad una gestione trasparente. Il Mof rappresenta una risorsa fondamentale per il territorio pontino e per la nostra economia e non può continuare ad essere un centro di interessi dei clan mafiosi di Campania, Sicilia e Calabria”.

“L’impegno della Regione Lazio – conclude il consigliere regionale pontino – è quello di supportare un reale progetto di rilancio della struttura che in questa fase ha anche pesanti problemi di carattere finanziario. Proprio per domani in Commissione Agricoltura, commercio, lavoro, piccola e media impresa, ricerca e sviluppo economico, della quale sono componente, è prevista un’audizione degli  operatori del Mof ai quali cercheremo di dare risposte concrete nell’ottica di restituire un futuro alla struttura e ai commercianti onesti che vi lavorano”.

CONSIGLIERA DI SEL BONAFONI - "E' un fatto molto importante quello avvenuto oggi, con l'operazione antimafia che ha condotto all'arresto di venti persone e permesso di scardinare una organizzazione criminale che ha condizionato uno dei settori più sensibili per l'economia del sud pontino, ma in generale di tutto il Lazio, come è il Mof di Fondi" commenta in una nota Marta Bonafoni, Consigliera Sel alla Regione Lazio.

"Quanto venuto alla luce - prosegue- non fa che rafforzare la voce di chi da anni denuncia la presenza di un forte radicamento mafioso nel Lazio, su cui occorre agire con forza e determinazione, attraverso una alleanza di ferro sul territorio tra Istituzioni, associazioni antimafia e forze sociali. La Regione Lazio sta facendo la sua parte, mettendo a disposizione tutte le sue competenze per dare gambe a questa battaglia e soprattutto restituire fiducia a quella parte sana della società. In questo quadro la Commissione specifica regionale che si occupi della lotta alle mafie si fa sempre più urgente. L'inchiesta di Mafia Capitale fino alle realtà che interessano il litorale laziale, fanno emergere l'urgenza di tenere alta l'attenzione per non lasciare solo nessun cittadino e nessun territorio. In questo non può che essere il pubblico a giocare un ruolo di primo ordine."  

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