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Cronaca

Punti di primo intervento, l'Ordine dei medici accanto ai sindaci per scongiurarne la chiusura

Il presidente provinciale Giovanni Maria Righetti interviene sul caso: "Non siamo a conoscenza di modelli alternativi di assistenza. La Asl li indichi ai sindaci"

L’Ordine dei Medici interviene sul caso dei Punti di Primo intervento della provincia e si schiera accanto ai sindaci per scongiurarne la chiusura. 

"L'Ordine - si legge in una nota a firma del presidente provinciale Giovanni Maria Righetti - ha sempre sostenuto la necessità di riflettere per tempo sulle possibili conseguenze negative derivanti dalla chiusura dei sette Punti di Primo Intervento (PPI) della nostra Provincia in assenza di una valida alternativa. Ormai, tutti i consigli comunali dei territori dove sono insediati i Ppi si sono espressi in tal senso con motivazioni che l’Ordine condivide. In questo caso non si tratta di “campanilismo”".

Questa l'analisi del presidente Righetti: "Si vuole applicare un modello di assistenza che forse potrebbe essere applicato con successo in una area metropolitana ma si resta perplessi e preoccupati sulle sue conseguenze se realizzato in un territorio quale quello della nostra provincia caratterizzato da diffusi insediamenti di popolazione distanti dai presidi ospedalieri e serviti da una non scorrevole rete viaria. Un territorio soggetto a elevato aumento di popolazione nella stagione estiva e da difficoltà di collegamenti nella stagione invernale. Al di fuori di una generica ricognizione del numero degli interventi effettuati dai Poi effettuata peraltro in anni passati, circa 70.000 nell’intera provincia, nulla di più si conosce sulle  peculiari attività di ciascun Ppi: il codice di urgenza registrato all’ingresso, gli esiti degli interventi, l’entità del personale sanitario impiegato, l’esistenza o meno dell’inserimento nella rete informatica del sistema urgenza – emergenza".

In caso di chiusura dei punti di primo intervento, secondo l'Ordine non c'è un modello alternativo di assistenza. "Non siamo a conoscenza - si legge ancora nella nota - di un'analisi delle conseguenze sulle attività dei Dipartimenti di emergenza urgenza dei presidi ospedalieri di Latine e Formia e dell’Ares 118. Non appena la Asl sarà in grado di fornire tali informazioni, l’Ordine ritiene che debbano essere messe a disposizione dei sindaci nella sede naturale dove poter pronunciarsi collegialmente e cioè la Conferenza provinciale sulla Sanità". 

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