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Cronaca

Il Questore De Matteis: "Reati in calo in tutta la provincia"

L'analisi della situazione sul territorio mostra una drastica riduzione di rapine, furti e violenze, ma la percezione di sicurezza dei cittadini non è aumentata

Siamo qui riuniti oggi per celebrare i 165 anni della fondazione della Polizia.

E’ la festa delle donne e degli uomini che con passione con coraggio, con grande spirito di sacrificio, soprattutto con l’orgoglio di appartenere allo Stato, scrivono ogni giorno, talvolta anche col proprio sangue, pagine memorabili di ordinaria dedizione, e di straordinario eroismo.

E’ la festa dei poliziotti tra i cittadini, e dei cittadini che hanno a cuore la legge, la giustizia sostanziale, la sicurezza. Perché sia chiaro che la dedizione che noi mettiamo nel nostro lavoro quotidiano per far sì che le leggi vengano rispettate non è mai fine a se stessa: essa è finalizzata a far vivere i cittadini nella libertà.

Il bene più prezioso che lo Stato possa garantire ai suoi cittadini.

 Alfred de Vigny, uomo di armi e di lettere, già due secoli fa, faceva dire ad uno dei suoi personaggi alcune semplici, importanti parole: “ Voi chiamatemi legge, io sono libertà. Noi tutti, poliziotti, carabinieri, magistrati, chiamati a far rispettare la Legge, siamo, in realtà, i primi  tutori della libertà dei nostri cittadini.

Per questo vien da sorridere quando talvolta, si sente qualcuno che parla della legge, e delle leggi, come un fardello, una pastoia da superare, con destrezza, e con simpatica furbizia, per poter operare più rapidamente, più incisivamente, nel mondo dell’impresa, dell’economia, della pubblica amministrazione.

Costui sta perpetrando il più grave dei delitti; costui sta attentando alla libertà, alla democrazia del Paese, e non è solo un nemico dei  poliziotti, o dei magistrati; costui è il nemico numero uno dei cittadini.

Sub lege, quindi, libertas, questo è il motto della Polizia di Stato. Questa è la nostra prima missione. E se è vero che ogni Paese finisce per avere sempre, prima o poi, la polizia che merita, quella più funzionale ai valori fondanti dell’aggregazione dei propri cittadini, ebbene noi siamo, con orgoglio la polizia moderna, liberale e democratica che l’Italia ha scelto di avere.
Questa tradizione di salvaguardia della legge, e quindi dei diritti e della libertà, rappresenta, per tutti noi poliziotti, l’insegnamento più importante che i nostri predecessori ci hanno tramandato. Intendiamo farlo nostro, intendiamo onorare il mandato che i cittadini ci hanno consegnato, ed intendiamo consegnarlo ai nostri successori, i poliziotti che verranno.

 Siamo fieri del nostro esserci sempre, del nostro essere inseriti nel contesto sociale, nelle comunità, nelle associazioni, non per spiare, me per condividere, per dare e ricevere informazioni, per comprendere come possiamo migliorare, come possiamo rendere davvero fruibile il nostro servizio quotidiano a favore della collettività. Questo il significato più intimo dello slogan che da qualche anno accompagna la festa della Polizia: “ Esserci sempre”.

Con tutti i limiti del ruolo, comunque; perché la Polizia di Stato è un rimedio chirurgico al male di una società, ad altre Istituzioni, ad altri soggetti, spetta il compito, forse più difficile, forse più importante, di affrontare il disagio sociale, che è spesso causa e premessa del crimine, o la semplice diffusione della sub-cultura dell’illegalità, che produce spesso effetti più devastanti del crimine stesso.

Questo accade di recente nel nostro Paese; a fronte di dati statistici che documentano inequivocabilmente un calo dei reati, di tutti i reati, su tutto il territorio nazionale, e soprattutto in questa provincia, che secondo lo studio annuale dell’ Eurispes ha guadagnato oltre dieci posizioni nella graduatoria della sicurezza nell’anno 2016, il cittadino è convinto che la situazione è esattamente quella contraria, e cioè che i reati siano in aumento.

E non è solo un problema di marketing, o di comunicazione. Il problema è che il cittadino percepisce una violazione della propria sicurezza dinanzi a situazioni di disagio sociale, di povertà, di degrado dell’ambiente urbano, di emarginazione.

Mentre il poliziotto offre dati relativi a controlli, ad interventi per rapine in banca, ad eventi che richiamano migliaia di persone gestiti con la massima professionalità, ad arresti, sempre in aumento, a denunce, sempre in aumento, a delitti sempre in decremento. Il vero problema è allora molto semplice; il cittadino ha un’idea della sicurezza, le forze della polizia ne hanno un’altra. Occorre allora cambiare la propria rotta, superare la rassicurante logica del dato favorevole, e dare risposte nuove alle esigenze di nuova sicurezza.

Ci siamo sforzati, allora, nel 2016, di occuparci non solo di reati, ma soprattutto di ripristino della legalità. La Polizia di Stato ha cercato di rendere più fruibile il proprio servizio, dialogando con Istituzioni, Comuni, Associazioni, Enti pubblici. La polizia di Stato ha cercato di intendere, nei limiti delle proprie competenze, la sicurezza esattamente per come la intendono i cittadini.

Col Comune di Latina, abbiamo assistito le operazioni di sgombero di terreni comunali occupati abusivamente da elementi di note famiglie rom, che tali terreni usavano a mo’ di stallaggio per cavalli. Abbiamo sequestrato i cavalli. Abbiamo dimostrato ai cittadini che possono fidarsi di noi, e confesso che con grande piacere, alla fine delle operazioni, alcuni cittadini ci hanno segnalato che ci era sfuggito un ultimo terreno. Siamo intervenuti anche su quello.

Con l’Ater della provincia di Latina abbiamo siglato un accordo per intervenire prontamente contro le occupazioni abusive degli alloggi popolari. Dopo i primi interventi, siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo: capita la lezione, negli ultimi sei mesi non abbiamo più avuto un solo caso di occupazione abusiva.

Con Cgil Cisl Uil e Ugl abbiamo siglato un accordo che prevede l’assistenza di mediatori culturali del Sindacato a favore degli stranieri che si presentano presso gli uffici della Questura per regolarizzare la propria posizione. Tale accordo consente ora di gestire più rapidamente le pratiche amministrative complesse, dando la possibilità ai cittadini stranieri di essere informati sui loro diritti e di presentare i documenti necessari alla regolarizzazione, evitando lunghe permanenze dinanzi agli uffici.

Con i sindacati medesimi abbiamo siglato un accordo che prevede un canale privilegiato per le denunce dei lavoratori stranieri vittime di sfruttamento o riduzione in schiavitù, e tale accordo ha dato vita ad alcune importanti operazioni in materia di caporalato condotte dalla Polizia di stato d’intesa con l’Arma dei Carabinieri, che ha richiamato l’attenzione degli osservatori nazionali su quanto avviene in provincia.

Passando alla situazione più tradizionale sul fronte della sicurezza nella provincia di Latina, e pur con le cautele del caso, è doveroso dare atto del riscontro statistico sul fronte del contrasto al crimine nel territorio provinciale. Ora, devo confessare che non siamo appassionati della scienza delle statistiche, tanto più quando queste riguardano la sicurezza. L’idea di fondo, per dirla tutta, è che, come diceva Aaron Levenstein, “  Le statistiche sono come i bikini. Ciò che rivelano è suggestivo, ma ciò che nascondono è più importante.”

Ciò che rileva è un evidente, evidentissimo decremento del dato relativo ai reati di maggiore allarme sociale. Confrontando il 2015 col 2016, abbiamo il 15% in meno di lesioni dolose,  il 12% in meno di percosse, il 17 % in meno di violenze sessuali, addirittura il 29 per cento in meno  di violenze sessuali in danno di minori di età compresa tra i 14 e i 18 anni. Diminuiscono, anche se la percezione è contraria, del 6% i furti, in particolare i furti di automezzi trasportanti merci, ( - 43%), i furti con strappo (-21%), quelli con destrezza, (-19%), le rapine in abitazione, (-27%), si riducano drasticamente le rapine in banca (-50%),, e quelle in danno di esercizi commerciali (-11%).

Aumentano i sequestri per droga, avendo quest’anno la Polizia di Stato sequestrato oltre una tonnellata di hashish e oltre un quintale e mezzo di cocaina ed eroina, aumentano i fogli di via a soggetti che senza erano presenti sul territorio provinciale, aumentano i dinieghi relativi al rilascio di arma lunga.

Non è il caso di introdurre nelle abitazioni private armi che poi vengono trafugate ed usate contro di noi, tranne casi strettamente necessari.

Rimane invariato il numero degli omicidi volontari, comunque alto per una provincia del centro Italia ( 5 nel 2015 e 5 nel 2016), quello dei tentati omicidi ( 15), sebbene, vi è da dire, tutti i casi, ripeto tutti, sono stati rapidamente risolti dagli investigatori intervenuti.

Ma il dato più eclatante, che emerge in maniera indiscutibile e per certi versi sorprendente, è che dei 20.976 delitti denunciati alle forze dell’ordine nel 2016, (-9% rispetto ai 22.963 del 2015) nessuno ha avuto come autore gli stranieri richiedenti asilo che sono ospitati sul nostro territorio. Un dato che induce a pensare su quanto possano essere inconsistenti i luoghi comuni relativi alla ingiusta equazione immigrazione=criminalità. Sebbene, è giusto dirlo, risultano in aumento i delitti, soprattutto contro il patrimonio, commessi da altri immigrati, in particolare provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est.

I poliziotti di Latina sono stati impegnati quest’anno su fronti non usuali. In particolare la Digos, in stretta collaborazione con la Digos di Roma, è riuscita ad individuare alcuni soggetti radicalizzati presenti sul nostro territorio e risultati in contatto con Anis Amri, il terrorista che ha compiuto l’attentato a Berlino lo scorso 19 dicembre e  che è stato poi neutralizzato in un conflitto a fuoco con la Polizia a Milano. .A seguito di detta intensa attività, ben tre soggetti sono stati espulsi dal territorio nazionale per motivi di sicurezza nazionale, con provvedimento firmato dal Ministro dell’Interno.

Sul fronte dell’ordine pubblico, sono stati garantiti oltre cinquemila servizi senza alcun incidente, ed in particolare il meeting internazionale di Ventotene, gestito in stretto raccordo col Dipartimento della P.S., che ha visto, in un clima internazionale da allarme rosso il nostro Paese in grado di gestire con eccellenza un evento ritenuto ad alto rischio di attentato, riscuotendo il plauso degli osservatori internazionali.

Sul fronte della prevenzione, ricorrendo all’ausilio dei corpi specializzati dei Reparti Prevenzione Crimine del Lazio e dell’Abruzzo, è stata svolta un’opera capillare di controllo del territorio che davvero non ha precedenti nella storia della provincia. Merito questo, è il caso di dirlo, dell’ottimo lavoro di coordinamento svolto dal Prefetto, cui vanno i miei ringraziamenti, della straordinaria competenza e disponibilità del Comandante dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, e infine del Questore, responsabile del coordinamento tecnico operativo dei servizi di ordine e sicurezza pubblica. Una squadra di elevatissimo livello.

In questa provincia si registra un’impennata del gradimento della Polizia di Stato. Eppure l’avversario più difficile da sconfiggere, in un mondo dominato dall’informazione e dalla comunicazione in tempo reale appare essere la percezione di insicurezza.

I mass media hanno un ruolo fondamentale nella gestione della notizia e quindi nel modo in cui il cittadino raffigura la propria sicurezza; quando viene data enfasi ad un delitto efferato ognuno si sente messo a rischio nella propria condizione quotidiana.

Questo giustifica l’attenzione che il gestore della sicurezza deve avere, oggi più che mai, nei confronti del mass media, perché attraverso questi passa oggi una parte importante del prodotto sicurezza.

Con l’avvertenza però che non tutta l’azione di Polizia può svolgersi in questa direzione. Quando difatti si punta molto sulla visibilità delle divise, quando si punta molto sul semplice passaggio della Volante a lampeggiante acceso, quando si punta molto su ciò che appare e poco su ciò che è, non si raggiungono risultati concreti e si è destinati al fallimento.

La verità è che non esistono scorciatoie, non esistono espedienti, non esistono coup de theatre  nella gestione della sicurezza; esiste lavoro serio, determinazione e professionalità, ed occorre, soprattutto, valorizzare la risorsa umana.

Occorre puntare sull’uomo, più che sulle leggi, occorre motivare, formare, incentivare il poliziotto, piuttosto che acquisire sofisticate tecnologie o consulenze di “specialisti” della sicurezza. Sono i poliziotti che fanno la differenza, su loro occorre puntare per avere risultati.

Oggi vogliamo che sia la festa degli uomini, e delle donne, che con sacrificio, con passione, con orgoglio, con grande dignità, e con grandi risultati, hanno reso grande la polizia di Stato, e la renderanno ancora più grande negli anni a venire.

Grazie, uomini e donne della Polizia di Stato, per come sapete intendere il senso più intimo della vostra missione al servizio del cittadino, il senso del sacrificio: siete voi, col vostro lavoro quotidiano, umile silenzioso, segreto, il vero motore della Polizia di Stato. Grazie per i vostri mille quotidiani sacrifici nascosti, gesti di grande grandissimo valore che mai saranno conosciuti, se non da noi stessi. E so che questo a voi, come a me, non importa, perché il valore di ogni sacrificio, sia anche quello della propria vita per il bene della collettività, dipende dalla segretezza dello stesso. Un sacrificio, ha detto qualcuno, non arriverà mai a Dio, se non è stato consumato in segreto.

Grazie per esserci sempre. Di giorno e di notte, di sabato e di domenica, a Natale e a ferragosto. Noi ci siamo sempre. Grazie per avermi dimostrato, col vostro esempio quotidiano, che per un poliziotto non esiste la linea di demarcazione tra il lavoro e la vita. La nostra vita è una missione incondizionata al servizio del Paese, delle sue Istituzioni, dei Cittadini. 

Grazie. Viva la Polizia di Stato, viva l’Italia.

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