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Cronaca Sabaudia

Riciclava denaro per camorra e mafia, sequestri a Sabaudia

Confermata dalla Corte di Cassazione la confisca dei beni, per alcune decine di milioni di euro, ai danni di Danilo Sbarra. Tra le altre cose, sigilli anche a sei unità immobiliari nella provincia pontina

La Corte di Cassazione ha confermato la confisca dei beni, per alcune decine di milioni di euro, di Danilo Sbarra, l'immobiliarista romano morto nel 2006 e ritenuto dalla magistratura responsabile di aver riciclato danaro sporco per conto di associazioni mafiose. Si tratta di 43 unità immobiliari a Vieste (Foggia) e di altre sei a Sabaudia (Latina) ed otto società.

I beni furono sequestrati dalla Guardia di finanza nel dicembre dello scorso anno nell'ambito di un'inchiesta del pm di Roma Luca Tescaroli. Il 'tesoro' di Sbarra e' stato sottratto agli eredi dell'imprenditore a ad alcuni prestanome.

Per trent'anni l'imprenditore avrebbe fatto affari all'ombra delle più disparate attività criminali, dalla Banda della Magliana alla camorra passando per la mafia, costruendo un impero. In particolare avrebbe avuto per decine di anni relazioni con associazioni criminali dedite soprattutto all'usura, alla bancarotta fraudolenta ed al traffico internazionale di stupefacenti.

La sua ascesa economica, secondo le indagini, sarebbe stata legata al suo ruolo di riciclatore, non solo per conto di noti gruppi criminali operanti nella Capitale, quali la "Banda della Magliana" e la "Banda della Marranella", ma anche di esponenti di spicco di "Cosa Nostra" siciliana e della "Nuova Famiglia" di matrice camorrista. (fonte Ansa)

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