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Cronaca

Operazioni finanziarie sospette e riciclaggio, allarme della Banca d'Italia nel Lazio

A Latina nel 2018 gli affari poco chiari segnalati sono stati 714. Su tali spostamenti di denaro l'ombra della criminalità organizzata

Latina si aggiudica il secondo posto, dopo Roma, nelle operazioni finanziarie sospette. Lo dicono i dati relativi all’anno 2018 elaborati della unità informazione finanziaria delle Banca d’Italia attraverso le segnalazioni di operatori finanziari sia pubblici che privati. Complessivamente nell’anno da poco chiuso nel Lazio ci sono state segnalazioni per complessive 9545 operazioni finanziarie sospette delle quali 7943 a Roma, 714 a Latina, 518 a Frosinone, 232 a Viterbo e 132 a Rieti.

“Questi numeri – spiega Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio - confermano l’allarme lanciato nell’ultima relazione semestrale della Dia in cui Roma e il Lazio sono rappresentati come polo di attrazione per le mafie. Le operazioni finanziarie sospette infatti  riguardano principalmente le attività di riciclaggio connesse alla criminalità organizzata ed in parte alla corruzione e all’evasione fiscale, fenomeni di frequente intrecciati fra loro. Il riciclaggio svolge una funzione inclusiva dei criminali nella vita sociale ed economica e realizza un perverso intreccio fra soggetti e risorse legali e illegali”. Cioffredi spiega come nella criminalità convivano attualmente livelli meno evoluti, dediti ad attività delittuose legate al territorio e più esposte alle azioni di contrasto, con livelli più sofisticati con approccio di tipo affaristico per gestire i propri interessi illegittimi. In campo ci sono enormi riserve di liquidità e il riciclaggio, per il fatto di realizzarsi sulla frontiera fra legalità e illegalità, richiede la collaborazione e la creazione di network relazionali, rapporti con una pluralità di attori apparentemente esterni al contesto criminale: amministratori pubblici, burocrati, liberi professionisti e imprenditori in grado di inquinare l’economia legale.

“Da parte delle mafie tradizionali – continua - viene privilegiata la scelta di investire con profitto i capitali di provenienza illecita a Roma e nel Lazio, in quanto la vastità del territorio e la presenza di numerosissimi esercizi commerciali, attività imprenditoriali, società finanziarie e di intermediazione, immobili di pregio consentono di mimetizzare gli investimenti e la progressiva penetrazione nel tessuto economico ed imprenditoriale del territorio. I settori in cui le mafie continuano incessantemente ad investire i propri capitali sono rappresentati soprattutto dall’edilizia, dalle società finanziarie e immobiliari, e nell'ambito del commercio, dall’abbigliamento, dalle concessionarie di auto, dalla ristorazione, dalle sale da gioco. L’obiettivo di contrastare la zona grigia rappresentata da chi trova conveniente non porsi domande di fronte alle operazioni sospette di riciclaggio non può essere delegato solo alla robusta splendida ed efficace azione di contrasto della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e delle Forze di Polizia. Da parte del sistema delle imprese – conclude il presidente dell’Osservatorio regionale sulla criminalità - serve una maggiore consapevolezza dei rischi che la penetrazione criminale produce sul tessuto economico romano con effetti  capaci di sviluppare una forza disgregante dei valori civili in danno dell’economia sana”.

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