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Cronaca

Roberto Berardi torna a casa: “E’ un mix di emozioni. Ho temuto di non uscirne vivo”

Dopo oltre due anni in prigione a Bata è tornato a Latina tra le persone che lo amano: "Mi sento vivo, ho rivisto i miei figli, la mia famiglia e anche voi tutti. Avevo la convinzione che non sarei uscito vivo da quella prigione"

Gioia, commozione, lacrime, “un cocktail di emozioni straordinario”: così ha descritto il suo stato d’animo Roberto Berardi finalmente tornato nella sua abitazione a Latina. Il suo ritorno a casa nel pomeriggio di oggi, tra l'affetto della sua famiglia, degli amici e dei suoi concittadini che per oltre due anni non hanno mai perso la speranza continuando a combattere per la sua liberazione.

“Mi sento vivo, ho rivisto i miei figli, la mia famiglia e anche voi tutti che avete dato il sostegno necessario per questa liberazione”: sono le parole che l’imprenditore pontino ha pronunciato appena giunto nella sua abitazione, dopo l’incubo vissuto per oltre due anni nella prigione di Bata in Guinea Equatoriale dove è rimasto rinchiuso dal gennaio del 2013 fino a quella notte del 9 luglio quando è stato scarcerato.

Scarcerazione che, come lui stesso ha raccontato, è avvenuta in piena notte. “L’arrivo delle autorità carcerarie in piena notte inizialmente mi ha fortemente preoccupato, non avevo capito che la libertà era finalmente vicina; tutto è diventato più chiaro quando ho visto le televisioni locali e la nostra diplomazia. In quel momento mi hanno spiegato che la liberazione era in atto e che mi avrebbero trasferito presso l’abitazione del console onorario, Massimo Spano, una persona splendida che ha avuto un ruolo importantissimo in questa vicenda”.

Da quel 9 luglio sono poi passati altri 4 giorni durante i quali sono stati risolti i problemi relativi ad un documento - con cui sono state fatte cadere le accuse legate alla parte civile, vale a dire quel milione e 400 euro che lo Stato rivendicava - che ha così aperto la strada al ritorno di Roberto Berardi a casa. Ieri sera ha così preso il volo per Madrid, poi quello per Roma, l’arrivo a Fiumicino e il grande abbraccio con la sua famiglia prima del ritorno a casa.

Ma è difficile dimenticare i soprusi, le violenze, le ingiustizie e la paura con cui ha dovuto convivere in questi oltre 900 giorni di prigionia. “Tanti i momenti difficili che ho vissuto e non mi riferisco solo al maltrattamento fisico che ho sopportato con onore; perchè  il momento peggiore era quando i miei vicini venivano torturati; lì avevo veramente paura. Ho avuto la convinzione che non sarei uscito vivo da quella prigione”.  

“Fortunatamente durante tutti quei mesi sono riuscito a mantenere le comunicazioni anche se mi è costato tanto - ha raccontato ancora Berardi -, costato tanto dal punto di vista fisico, perché ogni volta che mi hanno trovato un apparecchio telefonico ho preso una punizione; però valeva la pena perché mi ha permesso di mantenere i contatti e la speranza viva. Sapevo dell’esistenza del Comitato ma solo ora mi sono reso conto della sua portata”.

E proprio grazie ad uno di questi telefonini che durante la sua prigionia l’imprenditore pontino è riuscito a fare ed inviare un video in cui raccontava le torture subite in carcere; un video poi trasmesso dal Tg1. “Da più di un anno sono imprigionato e da due mesi sono in una cella di isolamento senza vedere luce – aveva raccontato in quel video con la voce rotta -. Per ogni cosa ricevo le bastonate e le frustate. La pressione è fortissima, spero di riuscire a resistere almeno per potere vedere i miei figli”.

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Ma, nonostante tutto, in Africa Berardi tornerà, forse in Camerun, per fare l’imprenditore; “è lì il mio cuore” ha detto, perché lì racconta comunque di aver lasciato tanto amore. Forte l’esperienza vissuta anche con gli altri detenuti che “mi hanno aiutato, moralmente e fisicamente, che mi hanno sostenuto e hanno sostenuto la mia battaglia sperando in un cambiamento”. Battaglia che Berardi intende continuare a combattere anche per i tre italiani che sono ancora in prigione in Guinea.

Ma questo sarà il futuro, per Roberto Berardi ora è arrivato il momento di riprendere in mano la propria vita e di godere degli affetti di cui per troppo tempo è stato privato. 

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