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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sanità, migliorano le cure e aumenta la qualità: i dati a Latina

L'analisi della situazione del sistema sanitario presentata oggi a Roma. Mortalità per infarto diminuita del 30%

Migliorano le cure nel Lazio, diminuiscono le diseguaglianze e diminuisce la mortalità evitabile. E' quanto emerge da alcuni dei dati presentati questa mattina dall'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato, dal direttore del dipartimento di Epidemiologia del Lazio Marina Davoli e dal responsabile della direzione regionale salute Renato Botti, contenuti del P.Re.Val.E 2019, il programma regionale di valutazione degli esiti degli interventi sanitari nel Lazio.

Cure migliori e speranze di vita

Il rapporto dimostra che negli ultimi anni si è registrato un miglioramento degli esiti delle cure nella regione, in particolare per quanto riguarda le operazioni tempestive per la frattura del femore, per l’infarto e per gli interventi per il tumore alla mammella. Diminuiscono anche i parti cesarei (-7.300), ma sono ancora al di sopra della media nazionale. Al miglioramento della qualità delle cure corriponde, inversamente, la diminuzione del disavanzo del Sistema sanitario regionale e il miglioramento dei conti. Dai dati raccolti si evince anche un netto miglioramento della speranza di vita e l’assottigliarsi delle diseguaglianze nell’accesso alle cure. 

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La valutazione a Latina

A Latina in particolare, nel 2019 oltre il 76% dell'attività sanitaria è valutata di buona e media qualità, con particolare riferimento all'attività delle gravidanze, ai parti, alla chirurgia generale, l'oncologia, il cardiocircolatorio e respiratorio.

Infarto: 800 decessi in meno in 5 anni

Nel 2018 si sono registrati nel Lazio 10.000 ricoveri per infarto acuto del miocardio; la mortalità a 30 giorni dal ricovero è passata dal 10% nel 2012 al 7% nel 2018, in ulteriore lieve diminuzione rispetto al 2017 (8%) e inferiore alla media nazionale; si osservano circa 180 decessi per infarto in meno ogni anno negli ultimi 4 anni rispetto al 2012 per un totale di circa 800 decessi in meno in tutto il periodo 2013-2018.

Chirurgia: 6.600 pazienti operati con degenza inferiore a tre giorni

La proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni è aumentata progressivamente, passando dal 57% del 2012 all’82% nel 2018, in lieve aumento rispetto al 2017 (81%) e superiore alla media italiana del 2016 (73% PNE ed. 2017); risultano, quindi, circa 1.650 persone con colecistectomia laparoscopica dimesse entro 3 giorni in più rispetto al 2012, per un totale di circa 6.600 nel periodo 2013-2018, quindi una progressiva riduzione importante dei giorni di degenza potenzialmente inappropriati dopo l’intervento. Ridurre la degenza significa ridurre anche il rischio di infezioni ospedaliere.

Parti cesarei

Il numero totale di parti nel Lazio è in diminuzione, in linea con il trend nazionale, con circa 11.500 parti in meno negli ultimi 6 anni e una riduzione di 1.450 parti nel 2018 (42.967) rispetto al 2017 (44.414). Negli ultimi 3 anni, la proporzione di cesarei primari risulta essere stabile intorno al 27%, ma si osserva una riduzione di circa 1.600 parti cesarei primari l’anno in meno rispetto al 2012, negli ultimi 4 anni, per un totale di circa 7.300 tagli cesarei in meno in tutto il periodo 2013-2018. 

Tumore alla mammella

Il Lazio è stata la prima regione, nel 2015, ad adottare le linee guida sulle Breast Unit . Uno dei requisiti della Breast Unit è il volume di interventi chirurgici, che deve essere superiore ai 150 l’anno. La proporzione di interventi chirurgici per tumore della mammella effettuata nei centri identificati come Breast Unit è passata dal 63% nel 2012 al 73% nel 2018; anche la proporzione di interventi effettuati in strutture con alto volume di attività (>150 interventi per un anno) è aumentata progressivamente dal 2012 (69%) e raggiunge l’84% nel 2018. La proporzione di intervento ricostruttivo della mammella simultaneo all’intervento di asportazione del tumore è passata dal 48% del 2015 al 56% del 2018, superiore alla media nazionale del 2016 (48% - PNE ed. 2017) e si è ridotta la proporzione di reinterventi a 120 giorni, che è passata dal 10% nel 2012 al 6% nel 2018, inferiore alla media nazionale del 2016 (8% - PNE ed. 2017).

"E' un Lazio in cui migliorano le cure, si riducono le diseguaglianze- commenta l'assessore D'Amato - Rimangono delle eterogeneità nei territori e nelle singole aziende che devono essere recuperate abbiamo sicuramente un miglioramento nel tasso di mortalità inferiore alla media nazionale soprattutto su alcune aree come il cardiovascolare".

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