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Cronaca

Unioni gay, Forte e Di Giorgi contrari a nozze tra omosessuali

Interventi dopo la sentenza della Cassazione che riconosce ai gay il diritto alla "vita familiare". Il sindaco di Latina e l'assessore regionale: "Il matrimonio è quello tra uomo e donna"

La sentenza della Corte della Cassazione di ieri in merito al ricorso presentato da una coppia gay di Latina, in qualche modo ha scatenato le polemiche.

E così mentre Antonio Garullo e Mario Ottocento si apprestano a festeggiare una giornata per loro epocale, che arriva proprio a 10 anni dal matrimonio avvenuto in Olanda nel giugno del 2002, da un lato c’è chi definisce il riconoscimento del diritto “alla vita familiare” delle coppie omosessuali un vero e proprio traguardo storico, mentre altri continuano a definirsi contrari.

In sostanza la decisione della Corte Suprema garantisce ai gay di godere degli stessi diritti che come coniugi vengono garantiti agli eterosessuali, anche se in Italia, dal punto di vista legislativo, la loro unione non può essere riconosciuta.

E, a 24 ore da quella che a più voci è stata definita una sentenza storica, anche i politici locali hanno voluto dire la loro.
 

GIOVANNI DI GIORGI, SINDACO DI LATINA  - “La mia posizione è nettamente contraria ai matrimoni gay e del resto il nostro ordinamento non prevede tale istituto tanto che ogni azione e tentativo di riconoscimento per via giudiziaria dei matrimoni è stato respinto". Queste sono le parole del sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi riportate dall’agenzia Ansa.

"Ritengo - prosegue il primo cittadino -che aprire qualsiasi strada alle nozze tra omosessuali rischi di minare ulteriormente l'istituto della famiglia, quello basato sulle unioni tra uomo e donna, unione familiare che, invece, merita nuova e più forte tutela quale fondamento della  nostra società".

Non solo il primo cittadino del capoluogo pontino sostiene che comunque la sentenza della Cassazione offra degli spunti che meritano un’attenta riflessione. "Dal mio punto di vista, ferma restando la libertà di ognuno di effettuare le proprie scelte, come riconosce anche la Costituzione il solo matrimonio ammissibile è quello tra uomo e donna, mentre altri tipi di diritti trovano già adeguata disciplina all'interno del nostro Codice civile".
 

ALDO FORTE ASSESSORE REGIONALE ALLE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA - “Riconoscere parità di diritti civili alle coppie omosessuali è doveroso nella nostra società. La sentenza della Corte di Cassazione va in questa direzione. Ma il matrimonio nel nostro paese resta quello tra uomo e donna come sancito dalla Costituzione”. Lo dichiara in una nota l’assessore alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio, Aldo Forte.

“Assistere il proprio caro in ospedale – aggiunge Forte – o chiedere un mutuo sono aspetti della vita che non riguardano solo le coppie coniugate. Detto questo, però, - conclude Forte – di pari passo non bisogna dimenticare il diritto di un bambino ad avere una mamma e un papà”.

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