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Cronaca

Gestione sosta, De Marchis: “L’Atral lascia a casa 5 dipendenti disabili”

Il capogruppo in Consiglio del Pd e candidato alla Pisana segnala quanto sta accadendo dopo il passaggio di consegne da Urbania all'Atral nella gestione della sosta a pagamento

“L’Atral lascia a casa i dipendenti diversamente abili”. A segnalare quanto sta accadendo è stato il capogruppo in Consiglio comunale e candidato al Consiglio regionale per il Pd, Giorgio De Marchis il quale spiega che “da dicembre la gestione della sosta a pagamento in città è affidata all’Atral.

Nel passaggio di consegne da Urbania, società uscente, all’azienda del gruppo Cotral quest’ultima e il Comune - con cui l’Atral ha sottoscritto l’atto di affidamento - avrebbero dovuto garantire l’immediato reintegro di tutto il personale impiegato dal precedente gestore. Al contrario – ha poi continuato De Marchis -, hanno lasciato a casa cinque giovani dipendenti diversamente abili che da tre mesi a questa parte non hanno più un lavoro e un guadagno e sono in attesa di capire quale futuro li aspetta”.

“I cinque ragazzi disabili – spiega il candidato del Pd – hanno lavorato per cinque anni con un contratto a tempo indeterminato, al momento del cambio di gestione hanno firmato una promessa di assunzione, tuttavia ad oggi sono costretti a casa e sappiamo tutti quanto un’occupazione è importante per l’integrazione sociale di queste persone. L’Atral giustifica il mancato riassorbimento dicendo di essere in attesa del nulla osta dell’Ufficio provinciale del lavoro necessario per procedere con l’assunzione, ma dallo stesso Ufficio hanno comunicato di non aver ricevuto alcuna richiesta in tal senso dalla società”.

“I ragazzi e le loro rispettive famiglie si sentono giustamente presi in giro – sottolinea De Marchis –. Hanno fatto presente il disagio al sindaco più di un mese fa, hanno scritto anche all’assessore alle pari opportunità Marilena Sovrani, ma né dall’uno né dall’altra anno avuto risposte certe se non la promessa di un impegno a monitorare e risolvere la situazione. Ma nonostante la parola data nulla finora è cambiato. I cinque dipendenti sono ancora a casa in attesa di essere riassorbiti e i loro genitori stanno valutando la possibilità di passare alla vie legali, presentando un’eventuale denuncia e chiedendo un risarcimento per i tre mesi in cui i giovani non hanno percepito stipendio”.

“Ogni società, sia pubblica che privata – ricorda infine De Marchis – è tenuta per legge a assumere una certa quota di lavoratori diversamente abili, tanto più se si tratta di società che operano per conto di enti pubblici. Auspichiamo che l’Atral si adegui in tempi celeri alla normativa e che anche l’amministrazione faccia pressione sull’azienda perché questi ragazzi vengano al più presto riassorbiti essendo la riassunzione un loro diritto”.

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