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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Terracina

Caporalato, il processo "Big Master" per lo sfruttamento di 100 lavoratori

Il procedimento rinviato a un collegio penale. Sul banco degli imputati i titolari di aziende agricole di Terracina, Fondi, Monte San Biagio, Sabaudia, San Felice Circeo e Maenza che sfruttavano i braccianti

Dovrà essere il Tribunale collegiale a giudicare le 18 persone coinvolte nell’inchiesta “Big Master” contro il caporalato che a febbraio dello scorso anno aveva portato alla luce una serie di illegalità nella filiera agroalimentare e lo sfruttamento dei braccianti tra Terracina, Fondi, Monte San Biagio, Sabaudia, San Felice Circeo e Maenza.

L’indagine aveva coinvolto sette imprenditori del settore, soci delle imprese oltre ad alcuni caporali stranieri incaricati di reclutare la manodopera. Le condizioni di sfruttamento hanno riguardato circa 100 lavoratori agricoli molti dei quali ieri mattina si sono presentati in Tribunale per la prima udienza del processo davanti al giudice monocratico Fabio Velardi il quale ha dichiarato la propria incompetenza per i reati contestati rimettendo i relativi atti. Ora il processo dovrà essere affidato a un collegio penale.

Gli investigatori avevano riscontrato una metologia di sfruttamento messa a punto per eludere eventuali controlli delle forze dell'ordine. Gli imprenditori si avvalevano infatti di stranieri per il reclutamento e il trasporto dei braccianti, ingaggiati tra migranti indiani e bengalesi che venivano poi impiegati come caporali sui campiI braccianti, a seconda delle esigenze di manodopera, venivano trasportati da un terreno all'altro, stipati in furgoni fino a un numero di persone triplo rispetto a quello consentito dalla capienza del veicolo. I lavoratori di fatto ruotavano tra le varie aziende e venivano assunti in quote ripartite tra le varie imprese coinvolte nel sistema. Per ogni lavoratore poi  venivano emesse buste paga con somme esigue che non corrispondevano alle prestazioni di lavoro effettive, a fronte di una giornata di lavoro che andava dall'alba al tramonto. Nessuna maggiorazione salariale era inoltre corrisposta in caso di straordinario o di lavoro nei giorni festivi, mentre i giorni di ferie e la malattia erano contemplati come astensione volontaria dal lavoro e pertanto non retribuiti.

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