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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Terracina

Terracina, occupazioni abusive al porto: scattano i controlli della Guardia Costiera

Rimossi diversi gavitelli e corpi morti illecitamente usati per l’ormeggio di imbarcazioni; in corso accertamenti per risalire ai responsabili

Scattano i controlli a Terracina da parte della Guardia Costiera sul legittimo utilizzo degli specchi acquei in ambito portuale. L’Ufficio Circondariale Marittimo ha avviato un’importante attività di revisione delle Ordinanze di Polizia marittima che disciplinano la ripartizione degli specchi acquei, la destinazione delle calate e dei moli e la sicurezza in genere degli ambiti portuali alla luce dei lavori di ridefinizione del nuovo Piano Regolatore Portuale, e dei già previsti lavori di riqualificazione da parte di Regione Lazio e Comune. 

Già nel corso della mattinata di oggi, martedì 28 aprile, è iniziata una mirata operazione volta a contrastare l’occupazione abusiva dei tratti di porto destinati all’uso pubblico, da parte di soggetti che, viene spiegato attraverso una nota, “senza averne titolo, ne hanno fatto un uso personale, posizionando gavitelli e corpi morti sul fondale, trasformando di fatto tali spazi in aree di ormeggio abusive”. 

I militari della Guardia Costiera hanno rimosso diversi gavitelli e corpi morti illecitamente usati per l’ormeggio di imbarcazioni che, viene ricordato, in porto può avvenire solo nelle aree in concessione alle diverse marinerie. Sono in corsi gli accertamenti per identificare gli autori dell’illecito posizionamento per il successivo deferimento alla Autorità giudiziaria competente per il reato di occupazione abusiva di area demaniale marittima. 

Compatibilmente con la delicata fase emergenziale da covid-19, spiegano dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Terracina, proseguiranno “le attività necessarie ad una riqualificazione complessiva di questo importante scalo portuale laziale, con lo scopo anche di reprimere qualsiasi tipo di illecito perpetrato in porto in particolare quelli legati agli ormeggi abusivi che non solo limitano la libera fruizione degli spazi pubblici, ma generano anche un mancato introito per l’erario dello Stato e creano situazioni di concorrenza sleale verso tutti quei gestori che operano nel rispetto delle norme e che versano periodicamente i previsti canoni demaniali marittimi”. 

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