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Cronaca

Operazione Mosaico, doppio livello: gli estremisti e i falsari

Due i profili chiave di questi ambiti emersi dall'indagine: Abdel Salem Napulsi e Akram Baazaoui. Il secondo era a Latina nel 2015, il primo aveva stabili contatti con gli ambienti radicali pontini

Da una parte gli ambienti del radicalismo islamico, la propaganda, “l’autoaddestramento” su internet del 38enne sedicente cittadino palestinese Abdel Salem Napulsi, che scaricava e studiava materiali per la costruzione di armi e lanciarazzi e cercava informazioni su come aumentare il potenziale di armi di libera vendita. Dall’altra un’associazione di abilissimi falsari, operante tra Caserta e Napoli, pronta a fornire ogni genere di documento per consentire a chi sbarcava in Italia dal Nord Africa di transitare per il nostro Paese per raggiungere altre destinazioni d’Europa. Tutto emerge scandagliando i contatti contenuti nel telefonino dell’attentatore di Berlino Anis Amri. E l’indagine si allarga come una macchia d’olio.

Operazione Mosaico: gli arresti. Baazaoui preparava la fuga

Il radicalismo di Abdel Salem Napulsi

Due le figure chiave. Una è Napulsi, 37enne, a cui gli investigatori della Digos risalgono grazie ai suoi contatti con Mounir Khazri, tunisino radicalizzato. I due parlano al telefono degli infedeli: “Non ti devi fidare di loro perché sono infedeli, gente che non conosce Dio, gente senza parole di valore” dice Napulsi che poi, quando Mounir sottolinea che “i cani ti scanno ascoltando”, prosegue: “infedeli...bisognerebbe mettere la loro testa sul tagliere e via e colpire (mozzare la testa) e avanti un altro. Bisogna tagliargli testa e genitali”. Entrambi erano attentamente monitorati dalla Digos. Non ci sono prove che stessero preparando un attentato, ma sono stati in ogni caso entrambi assicurati alla giustizia lo scorso ottobre, arrestati a Roma per spaccio di droga. E il nuovo arresto con l’accusa di addestramento con finalità di terrorismo transnazionale è stato notificato ieri a Napulsi proprio nel carcere di Rebibbia.

Terrorismo: operazione Mosaico 

L'associazione di falsari di Akram Baazaoui

A capo dell’associazione di falsari invece c’era Akram Baazaoui, 32 anni, che qui a Latina era considerato una presenza stabile proprio nel periodo in cui doveva fornire documenti falsi ad Anis Amri. L’organizzazione, che si muoveva tra Napoli e Caserta, era considerata, per gli inquirenti, un vero e proprio punto di riferimento per i tunisini che sbarcavano in occidente.

Altri venti indagati, di cui la metà a Latina

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