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Cronaca Cisterna di Latina

Crisi Selex: il sito di Cisterna assorbirà quello di Pomezia

Al centro dell'incontro di Macroarea per Regioni la ricaduta delle attività rispetto alle chiusure di 22 siti su 48, con conseguente accorpamento occupazionale

Continuano gli incontri per la definizione del piano industriale in merito alla riorganizzazione della Selex Es, la nuova realtà nata dalla fusione delle tre società Finmeccanica Selex Galileo, Selex Elsag e Selex Sistemi integrati.

Per il prossimo 8 maggio è previsto a Roma l’incontro di Macroarea per Regioni con le Rsu e le segreterie Territoriali dei siti Selex Es di Roma, Pomezia, Cisterna di Latina, L’aquila, Chieti, Napoli, Catania e Taranto che riguarderà nello specifico, la ricaduta delle attività rispetto alle chiusure di 22 siti su 48, con conseguente accorpamento occupazionale e di programmi sui siti che accoglieranno le risorse e le commesse dei siti in chiusura.

“La Selex Es Cisterna di Latina in particolare, riceverà le attività di produzione relative al sito di Selex Galileo di Pomezia – spiega l’Ugl Metalmeccanici di Latina -, su cui è prevista la chiusura, e se da una parte  si aprono prospettive di crescita per il nostro sito, dall’altro lo spettro della cassai integrazione, che da sempre accompagna questi processi riorganizzativi, preoccupa e spaventa i quasi 600 lavoratori che da tempo sono sottoposti a cigs”.

Gli incontri proseguiranno a livello nazionale il 9 maggio e il 15 maggio, con l’intento di trovare soluzioni adeguate al nuovo piano industriale che interessa in Italia, circa 12.000 lavoratori e che prevede un esubero di circa 2000, da gestire con mobilità volontarie e cigs.

Siamo fiduciosi - spiega il segretario provinciale Ugl Metalmeccanici Maria Antonietta Vicaro - che i prossimi incontri siano l’occasione per trovare le soluzioni ad un piano industriale così sfidante, ma il mandato avuto dai lavoratori in assemblea è quello di essere assolutamente critici verso accordi di cig che “rattoppano”, ma non aggiustano i bilanci delle aziende e non danno vere prospettive verso un percorso di sviluppo e messa in sicurezza dell’occupazione, che passa attraverso una vera condivisione delle realtà dei singoli siti e non con accordi calati dall’alto senza una vera considerazione sulle realtà industriali. Chiaramente non firmeremo accordi che abbiano il solo scopo di prelevare reddito attraverso la cigs sulle buste paga dei lavoratori.”
 

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