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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Minorenne stuprata nei b&b: per il buttafuori condanna a 16 anni confermata in Cassazione

La decisione dei giudici della suprema corte che hanno bocciato il ricorso del 23enne di Pomezia contro la sentenza di Appello. Il processo per violenza sessuale, sequestro di persona, rapina e lesioni, con l'aggravante della crudeltà

E’ stata confermata anche in Cassazione la condanna per il giovane buttafuori di Pomezia accusato di aver sequestrato e violento più volte nei bed and breakfast una ragazza di appena 17 anni conosciuta in discoteca. 

Come riporta ViterboToday la Cassazione ha ora confermato la sentenza a 16 anni di reclusione della corte di Appello di Roma che, a sua volta, aveva ricalcato quella di primo grado del tribunale di Viterbo. Il giovane, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni, era imputato per violenza sessuale, sequestro di persona, rapina e lesioni, con l'aggravante della crudeltà.

I fatti risalgono al 2019 e a ricostruirli è Raffaele Strocchia. In un giorno di dicembre il buttafuori di Pomezia aveva conosciuto la 17enne della provincia di Viterbo nella discoteca di Roma in cui lavorava come addetto alla sicurezza; dopo averla scovata su Instagram era riuscito in pochi giorni a infilarsi in casa sua e a presentarsi ai genitori come il fidanzato. Il primo incontro tra i due era avvenuto di pomeriggio in un bar nel comune del viterbese in cui la ragazza vive. Poi l'incubo: il 23enne l’ha privata dello smartphone e l’ha costretta a seguirlo in un vicino b&b dove l’ha picchiata, minacciata e violentata due volte. Stupri che si sono ripetuti anche nei giorni successivi, prima in un bed and breakfast di Pomezia e poi in un altro di Roma. Inoltre, il ragazzo ha ripreso e fotografato la giovane con il cellulare e poi diffuso le immagini sui social. 

Ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati i genitori della 17enne che hanno visto lividi su collo, braccia e coscia e ustioni di sigaretta sulla mano della figlia che, in lacrime, ha iniziato a raccontare tutto. La giovane è stata anche minacciata dal 23enne che faceva riferimento ai suoi familiari e le faceva credere che il padre era un "pezzo grosso" che avrebbe potuto rovinarla. Una storia terribile con il ragazzo che era riuscito anche a far cadere nel suo inganno i genitori della minorenne, mostrandosi come un bravissimo ragazzo per poi trasformarsi in una persona aggressiva arrivando a fargli credere che la figlia aveva stretto cattive amicizie e preso una brutta strada, finendo anche per spacciare droga. Poi, dopo che in un momento di ira si è scagliato anche contro i genitori della 17enne, è stato denunciato e sono scattate le indagini dei carabinieri. 

Verso la sentenza di primo grado e poi verso quella di Appello, il 23enne, tramite l'avvocato Luigi Mancini, aveva fatto ricorso. Dopo che la Cassazione ha bocciato quello presentato contro la sentenza della corte d'appello, la condanna a 16 anni di reclusione è diventata definitiva.


 

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