rotate-mobile
Economia

Un tuffo nel passato: un viaggio tra i castelli della provincia pontina

Da Sermoneta a Maenza, passando per Priverno e arrivando fino a Gaeta, Itri, Minturno e Fondi i più bei castelli della provincia di Latina

Con le loro mura, le torri o i merli sono il segno tangibile della storia della nostra provincia, della profonda traccia lasciata dalla cultura e dalla tradizione medievale. Anche la provincia pontina conserva numerosi castelli con il loro fascino, il loro alone di mistero e sicurezza, la loro forza e la loro possenza, in alcuni casi, intatti nel corso dei secoli.

Conosciamo ora alcuni dei più famosi castelli della provincia di Latina.

CASTELLO BARONALE DI FONDI – Iniziato nel 1319, il Castello Baronale di Fondi conosce tre distinte epoche nella sua costruzione: base o zoccolo (forse del principio del secolo XIII), torre quadra e torri laterali (principio del secolo XIV), mastio (seconda metà del secolo XV). Costruzione iniziata insieme alla ristrutturazione della cinta muraria da Roffredo III Caetani che voleva farne il centro della sua signoria e alla realizzazione del Palazzo Baronale, utilizzato come elegante abitazione e collegato al castello con un passaggio. Il maniero è composto da un magnifico maschio o torrione rotondo, accuratamente costruito con pietre di taglio, con merlatura sostenuta da mensole in aggetto che s'innalza grandioso sopra una torre quadra di muratura irregolare e scadente, la cui base è formata da grossi conci di pietra squadrata, esso è separato da una intercapedine e perciò completamente isolato.

IL CASTELLO ANGIOINO-ARAGONESE DI GAETA – Difficile risalire al periodo della sua costruzione, del Castello Angioino-Aragonese di Gaeta si hanno notizie certe del periodo di Federico II di Svevia, il quale durante le lotte col papato soggiornò spesso a Gaeta, e, intuendone la posizione strategica, nel 1223 vi fece fortificare il castello. Con una struttura di circa 14.100 metri quadrati è composto da due edifici comunicanti realizzati in due momenti storici diversi, uno più in basso detto "Angioino", realizzato durante la dominazione francese degli angioini a pianta quadrata con quattro torri circolari angolari e fino a qualche anno fa è stato la sede del carcere militare di Gaeta; e il secondo più in alto detto "Aragonese", fortificato su tre lati da massicci torrioni cilindrici e con un'appendice difensiva più bassa fu fatto costruire dall'imperatore Carlo V insieme a tutte le altre opere di difesa militare che andarono a rafforzare la Piazzaforte di Gaeta. Nella cupola della torre più alta del castello vi è la Cappella Reale, voluta dal re Ferdinando di Borbone nel 1849. Dal 1436 al 1442 ospitò il re di Napoli, Ladislao di Durazzo. Nel 1870 vi venne inoltre imprigionato Giuseppe Mazzini e successivamente venne trasformato in caserma.

CASTELLO DI ITRI – Simbolo della città e della sua storia, il Castello Medioevale di Itri rappresenta il tipico esempio di struttura difensiva; si pone sulla parte più alta della collina di Sant’Angelo, mentre tutt’intorno, seguendo le curve di livello, si sviluppa l’antico e suggestivo borgo medievale circondato da mura poderose. Il Castello fu costruito sull’impianto di una precedente fortezza, probabilmente di origine longobarda, intorno al XI secolo dai Duchi Docibile di Gaeta. Composto da numerose torri cilindriche che racchiudono una piccola e suggestiva piazza d’armi, nella parte alta si trovano un torrione quadrato e uno poligonale, mentre nella parte bassa la famosa torre detta "del coccodrillo”: la tradizione vuole che all’interno venivano gettati i condannati a pasto prelibato per la feroce belva che vi sarebbe stata custodita. E' oggi usato dalla comunità per diverse attività  come: mostre, convegni, sagre, mercatini, cerimonie e spettacoli culturali.

CASTELLO DI MAENZA – Deve la forma e l’aspetto attuale alle modifiche apportate intorno al 1500 Conti di Ceccano. Inizialmente, infatti, quello che oggi è il Castello Baronale di Maenza nasce intorno al 1100-1200 come una torre di avvistamento; successivamente abitato dalle diverse famiglie feudatarie che si sono succedute alla guida del piccolo paesino pontino, ha subito alcune modifiche, fino a quelle più importanti apportate da Bernardo I che la scelse come residenza ampliando quella era una semplice torre di avvistamento e trasformandola nell’attuale Palazzo Baronale. Il corpo centrale, a pianta quadrangolare, costituito da quattro piani – il terzo era il cosiddetto piano nobile - e il terrazzo, venne ampliato con l’aggiunta di due torri di rinforzo e con l’allargamento dello spessore delle mura per resistere alle armi da fuoco. Quattro, dunque, in totale le torri, una delle quali è semicircolare e posta a "rompitratta" completamente inaccessibile e con funzioni di cisterna, mentre le altre tre torri sono di forma quadrangolare e venivano utilizzate parzialmente come difesa attiva. Nel 1986 il castello, che ospitò personaggi illustri come San Tommaso D’Aquino,  venne ristrutturato ed oggi, visibile gratuitamente, è utilizzato per iniziative culturali.

CASTELLO DI MINTURNO – La sua costruzione è da attribuirsi al Vescovo Leone, che troviamo menzionato nella Carta Originale Cassinese n. 5 del 30-10-839, indizione terza. Il Castello baronale di Minturno nel 1105 passò a Riccardo I dell'Aquila e nel XIII secolo fu residenza dei Caetani, mentre nel 1452, per volere di Alfonso d'Aragona, vennero eseguiti notevoli lavori di restauro. Nel secolo XVI appartenne ad una delle più belle donne d'Italia, Giulia Gonzaga, contessa di Traetto e di Fondi e, successivamente, ad Isabella Colonna. La struttura, molto semplice, è formata da una pianta quadrilatera che crea all'interno una corte con arcate ogivali gotiche. Le murature sono realizzate in pietra calcarea locale con inserti di mattoni di rinforzo a  ridosso delle quali si impostano un torrione cilindrico ed una torre quadrata, entrambe purtroppo mozzate. All'interno notevole è la sala dei Baroni.

CASTELLO DI PRIVERNO – In realtà una dimora nobile, il palazzo è conosciuto come Castello di San Martino, fatto costruire nel XVI secolo dal cardinale Tolomeo Gallio, segretario di Pio IV. E’ una costruzione a pianta quadrata con quattro torri angolari che gli conferiscono un aspetto quasi di fortezza. L'interno è articolato intorno ad una grande corte centrale con un grazioso portico a tre campate. Sulla facciata principale è posto lo stemma della famiglia Borghese che nel XX secolo ebbe in proprietà la tenuta. Il Castello, oltre ad ospitare il Museo per la Matematica Giochiamo all'Infinito, è adibito a centro convegni ed è dotato di un servizio alberghiero.

CASTELLO DI SERMONETA –  Il Castello Caetani si erge maestoso sul paese di Sermoneta e fu costruito nel XII secolo dagli Annibaldi; di quella struttura originaria rimangono solamente il maschione la controtorre detta Maschietto che dominano una corte quadrangolare (Piazza D'Armi). Il resto fu demolito dagli stessi Caetani, proprietari del castello a partire dal 1297, che volevano rendere la Rocca degli Annibaldi una vera e propria fortezza militare. Ricostruirono la Sala dei Baroni ed il contiguo edificio detto "Casa delle Camere Pinte", ed eressero nuovi edifici e ben cinque cerchie di mura, che, grazie a un sistema di ponti levatoi, garantivano la possibilità di isolare la torre in caso di attacco. Nel 1499, dopo la scomunica e la cacciata dei Caetani dai loro possedimenti da parte di Papa Alessandro VI, il castello appartenne ai Borgia che ne apportarono alcune modifiche per poi tornare ai Caetani all'inizio del XVI secolo. Dopo il saccheggio del 1798 da parte dei soldati francesi, gli stessi Caetani diedero corso ad imponenti lavori di restauro. Il castello è certamente uno dei monumenti tra i più integri dell'antica architettura medievale del Lazio e dell'Italia. Alla Fondazione Roffredo Caetani è affidata la sua custodia e conservazione.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un tuffo nel passato: un viaggio tra i castelli della provincia pontina

LatinaToday è in caricamento